martedì 24 aprile 2012

Scegliere - Flash Back


*Il vento le faceva ondeggiare i capelli davanti al viso, oscurandole per un momento il la vista. Si trovava sulla cima di una montagna, non ricordava quale fosse, troppo presa dai suoi pensieri. Le ali a riposo le fasciavano la schiena, e la tunica svolazzava. Lo sguardo perso nel verde, le dita intrecciate davanti al ventre. Era persa nei suoi pensieri e per una volta era sola. Senza umani o altre creature ad interrompere il filo. Lanciando un'occhiata alle sue spalle, osserva le sue ali con le piume dorate quasi con sospetto. Perché dovevano comparirle? Perché non poteva essere un Angelo portatore di Gioia per il resto della sua esistenza? In quel momento si sentiva proprio come un umano. Un semplice umano di cui il destino sembrava non appartenergli. Ricordava con fin troppa chiarezza le parole di Lysander: Cadere avrebbe significato la fine, essere una semplice umana sarebbe stato molto difficile e lei non sarebbe più potuta tornare indietro.
Per sempre.
Aveva sempre considerato quelle due parole come una cosa scontata. In fondo per gli immortali come lei, morire era un avvenimento lontano, estraneo alla sua specie. Un angelo non poteva morire, se non per mano di un avversario abile, naturalmente. Ma da umana avrebbe potuto. Avrebbe avuto una vita finita, come il resto delle persone che aveva protetto fino a quel momento. Fu la missione che le era stata affidata a farla corrucciare in quel modo. Un giorno il suo Mentore, dopo aver notato le sue nuove piume, le aveva affidato un incarico: uccidere Aeron, un immortale posseduto dal demone dell'Ira. Direttamente dall'Inferno! 'Senza ombra di dubbio doveva essere punito'. Si era dovuta ricredere subito dopo averlo visto a contatto con i suoi amici e la sua figlioccia Legione. Quanta dolcezza nelle sue carezza a quest'ultima. Eppure lei era un diavolo, una malefica creatura, anche lei proveniente da quel luogo caldo e malvagio. Il solo pensiero, tuttora le trasmetteva dei brividi angosciosi lungo la schiena. Aveva avuto il difficile compito di uccidere un essere simili. Ma come poteva fare del male ad una persona che puniva a sua volta il male? Il suo demone gli permetteva di vedere i peccati delle persone e lo spingeva a punirli. Come poteva farlo? Chi era lei per decidere cosa fosse il bene o il male? Dal suo punto di vista, ciò che faceva il Demone non si poteva definire pienamente "male", estirpava, certo con i suoi modi barbari, il male. No, non poteva. Inoltre seguirlo nelle sue attività quotidiane le aveva fatto capire ciò che si era persa fino in quel momento. Il divertimento, la gioia, emozioni scoppiettanti, ben lontane da quelle presenti ora in lei, così sterili e lievi. Il contatto con un altro essere poteva essere veramente così piacevole? Solitamente veniva toccata, se pur in maniera molto delicata e senza malizia, da Lysander. Ma ha visto lei stessa il tocco un'altra persona cosa aveva provocato al grande angelo. Dal momento in cui aveva incontrato, o scontrato, l'Arpia Bianka, una nuova luce si rifletteva nei suoi occhi. Ogni volta aveva dovuto soffocare l'impulso di chiedergli 'cosa si prova?', ma la frase le era sempre rimasta sulla punta della lingua. L'ultima volta che aveva visto Aeron, aveva provato ad immaginarsi con lui, come il suo Mentore con la sua Arpia. L'idea le era subito apparsa balzana, lei non aveva nulla a che vedere con un'Arpia. Ma l'amore? Avrebbe potuto farla accettare dal suo Demone. Aveva visto gli effetti di quel sentimento negli umani, così volubili ed emozionali che si lasciavano subito avvolgere dal tornado che quella parola portava. Quanti 'Ti amo' aveva sentito dire, durante la sua esistenza? Quelle due piccole parole, pronunciate con voce rotta A volte urlate, a volte soltanto sussurrate. Anche lei meritava ciò? L'Unico Vero Dio le dava da regalare tutto l'amore che aveva, ma per una volta voleva pensare a sé stessa. Per una sola, unica volta, ci sarebbe stata lei al centro del suo stesso universo, accanto ad una persona che poteva dare amore, tanto quanto lei. Il vento continuava ad aumentare mentre cominciava a capire ciò che avrebbe dovuto fare già da un po'. L'odore umido di una tempesta si faceva sentire sempre di più. Sarebbe Caduta. L'avrebbe fatto per Aeron. Per non ucciderlo, per evitargli quella sofferenza. Ma l'avrebbe fatto anche per sé stessa. Per una volta*

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