martedì 3 aprile 2012

[FLASH BACK] La fuga

*Il buio la stava soffocando. Correva da un tempo che le pareva infinito, lungo quei corridoi infiniti del Tartaro. Le lacrime le segnano le guance per ciò che era accaduto poco prima. Il padre, che l'aveva accudita anche quando era tra le sbarre sudicie di quella prigione, che si era occupato di lei, portandole ogni volta tutto il necessario, aveva sacrificato la sua vita, la sua intera esistenza per liberarla. La Chiave Universale ora era nelle sue mani. Una chiave capace di aprire qualche prigione esistente. Perdere essa avrebbe voluto dire perdere una parte di sè, la propria memoria, i propri ricordi di anni. La sofferenza non la fa rallentare, anche se le si stava stringendo il cuore. Una morsa dolorosa lo faceva contrarre. Le lacrime bollenti le scivolano lungo le guance mentre continua a correre. A breve le guardie si sarebbero accorte che mancava un prigioniero e lì sarebbero stati guai, non per lei (lei sarebbe stata parecchio lontano) ma per suo padre. Una smorfia di dolore le compare in viso. Asciugandosi le lacrime con rabbia continua a correre. Un guardia. Subito si blocca dietro un angolo. Il collare che le avvolgeva il collo come un cappio, era stato rimosso con la Chiave. Sopiti da tempo, i suoi poteri si erano risvegliati in lei, smaniando per uscire. Li avrebbe accontentati presto. Sorride maligna, spostandosi in maniera tale da farsi vedere dalla guardia. Alzando la mano, lo chiama a sé, muovendo solo l'indice. L'aveva riconosciuta, nota dopo aver visto la sua espressione di paura. Afferrandolo per i capelli lunghi, imponendogli mentalmente di non muoversi, lo strattona e lo abbassa verso di lei. Avvicinandosi al suo orecchio, si strofina sul suo collo chiudendo gli occhi. Quanto le era mancato l contatto con altre persone! In tutti quegli anni aveva abbracciato solo suo padre e toccato solo l'Immortale, che aveva come vicino di cella. Torna al presente, sorridendo. Gli posa un bacio lieve sul collo, mentre la guardia comincia a tremare senza riuscire a fermarsi. Poteva capirlo, d'altronde. Tutti avevano paura, dovevano averne, della dea dell'Anarchia. Tutti. Cominciando ad avvicinarsi con esasperante lentezza al suo orecchio, allenta la presa sui suoi capelli. Non si sarebbe mosso in ogni caso. Non poteva.* La piccola Anya sta scappando e tu? Cosa farai? *sussurra. Con la punta delle dita, comincia a risalire dal ventre verso il petto, accarezzandolo. Torna veloce giù, verso il fianco e gli afferra il pugnale posto in quel punto. Puntandoglielo all'inguine, gli gira la testa in maniera che la potesse guardare dritto negli occhi. Si rendeva conto di avere l'aria di una pazza, ma non le importava. Doveva fare in fretta, lo sapeva, ma non si divertiva da tempo, troppo tempo. E divertirsi con i suoi aguzzini era fantastico. Lento, il pugnale accarezza l'inguine dell'uomo facendolo sudare copiosamente, trasformando l'espressione di paura di poco prima in una vera e propria maschera di terrore. Bene. Lo attira a sé, tirandolo per i capelli e stampandogli un bacio a stampa sulle labbra secche, mordendo forte. Nel contempo il pugnale si era spostato verso il ventre, affondando forte. Lo rigira un po', tanto per divertirsi, mentre gli morde forte un labbro, facendogli perdere anche qui sangue. Il gemito di dolore che le risuona nelle orecchie le sembra un canto angelico. Chiude gli occhi, scostandosi dal corpo che ormai era piegato in due dal dolore. La tunica da prigioniera era ormai ricoperta di sangue dell'uomo e lei contava di avere ancora poco tempo a disposizione per fuggire. Afferrandogli nuovamente i capelli, lo fulmina con gli occhi, diventando di colpo seria.* Seguimi ora e la prossima volta che ti incontrerò, mirerò un po' più in basso *sbotta lasciandolo di colpo. Afflosciandosi per terra, continua a gemere di dolore il bastardo. Crono doveva mettere qualcuno di più capace per fare da guardia al Tartaro. Con sdegno, si gira, ricominciando a correre a perdifiato. Il primo passo all'esterno della prigione le sembra quasi che bruci. Si ferma di colpo, alzando il viso, per annusare con attenzione l'aria attorno a lei. Si porta le mani al petto, chiudendo gli occhi.* Grazie Papà *sussurra con la commozione che le spezza la voce. Un attimo dopo si smaterializza. Non sa ancora cosa avrebbe fatto, a parte fuggire naturalmente, ma si sarebbe inventata qualcosa.*

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