lunedì 16 aprile 2012

Anya's Nightmare - Trama Extra: The Darkest Seduction




Scarlet Incubi GsLords Ita

*Lancia uno sguardo fuori dalla finestra della camera di Gideon... La luce aumenta a vista d'occhio e nonostante sia plumbeo, il cielo conservava tra le nuvole tutte le tonalità rossicce e rosate, che si intensificano poco a poco. Ora, con la testa poggiata contro il petto del marito, sta per cadere nel suo sonno diurno. Un sonno contro cui non può far nulla, non può lottare e, in realtà, non le interessa farlo. Dopo millenni può stare... così, dormire in un letto, senza sbarre, senza pietra fredda e senza quegli odiosi ragni da cui si ritrovava morsa ogni tramonto. Non ha più bisogno dell'oscurità del suo demone per nascondersi, nè delle trappole che piazzava intorno e dentro al suo rifugio per proteggersi. Di giorno è dannatamente vulnerabile... si è persino ritrovata a svegliarsi in un letto d'ospedale per aver perso conoscenza tra gli umani! Ma adesso ha la sicurezza di trovarsi nel luogo più sicuro in cui sia mai stata sin da quando è nata. Così non si incazza, mentre tutto diventa nero alla sua vista e si materializza nel regno di Incubi. E' l'alba e, a quell'ora, non sono molti quelli svegli... almeno in quella parte del mondo. Le porte semiaperte dalle quali sembra filtrare una luce che il demone è intenzionato ad oscurare, sono tante... Lo sente sghignazzare, euforico di entrare in azione*
Sù, scegli... *Gli parla, mentre le menti intorno a loro si aprono ulteriormente o sono sempre più vicine a chiudersi, a secondo della profondità del sonno. Non sa a chi appartiene ciascuno di quegli ingressi, a meno che non cerchi qualcuno di preciso, in modo che Incubo glielo indichi. Come ha fatto per un po' con Gideon, non troppo tempo prima. Però, se è di qualcuno che conosce, se ne rende conto solo una volta entrata. Ma a quel punto è difficile fermare la... "fame" del demone.
- Quesssta... - Sibila lui, portandola ad una porta da cui proviene una lieve e dolce brezza.*
Intenzionato a divertirti con i sogni romantici, oggi? *chiede, ironica, mentre fa il suo ingresso nella mente senza nome.
- Oh, sssssii.... -


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*Sdraiata in camera sua e del suo compagno, si mette comoda sul letto, ancora calzando le scarpe. Aveva bisogno di sdraiarsi. Il temporale che aveva causato attorno alla fortezza non le era stato di grande aiuto. L'aveva calmata, ma in minima parte. La tensione si percepiva ancora quasi come una scarica elettrica sul suo corpo. Le mani sotto al viso, rannicchiata dalla parte di Lucien, aspira il suo profumo di rose, chiudendo per un attimo gli occhi, cullata da quella fragranza familiare. Le lacrime scendevano calde lungo le guance da diverso tempo. Sembravano scavare la carne talmente tanto il dolore la stava avvolgendo. Non come quando Lucien era quasi morto. No, quel dolore non sarebbe stato simile a nessun altro. Il suo migliore amico era sparito, con tutta probabilità in pericolo, e lei aveva il terrore di andarlo a cercare per avere conferma dei suoi sospetti. Sarebbe stato semplice, in fondo, cercarlo; il suo compagno aveva la capacità di trovare chiunque, soltanto seguendo la scia delle sue emozioni. Peccato che gli avesse nascosto fino a quel momento la sparizione di William. Mai avevano avuto un rapporto idilliaco. Il fatto che tollerasse la presenza dell'Immortale per lei, glielo faceva amare ancora di più. Gli occhi chiusi, in posizione fetale sulle coperte sgualcite, chiude forte i pugni. Lucien era via, non avrebbe potuto consolarla, abbracciarla e dirle che tutto si sarebbe sistemato. Le anime gli portavano via talmente tanto tempo! Si era ripromessa di raccontargli tutto, del fatto che William non si trovasse più. Dopo essersi unita al suo compagno, aveva perso la capacità di smaterializzarsi. E gran parte dei suoi poteri. Nessuno di quelli che le erano rimasti poteva essere utile per cercarlo da sola. Ne era certa, Lucien avrebbe potuto trovarlo. Al più presto. Non poteva abbandonarla così quel dannato Immortale! Il cuscino è umido per lacrime che nessuno al di fuori del suo Fiore avrebbe visto. Non sa da quanto tempo è lì, immobile. Il tempo passa. Il corpo si rilassa, i pugni piano piano si aprono mentre i lineamenti si distendono in un'espressione rilassata. Il sonno la coglie, il buio l'avvolge*

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*La camera è immersa in un clima dolce e rilassato, indotto dalla mente stessa per distrarre l'individuo in questione da qualcosa che la disturba nel mondo reale... carino... è un modo che talvolta il corpo usa per poter fare stare tranquilla, almeno mentre dorme, la persona. Un modo per evitare che i pensieri si trasformino in incubo, insomma! Forse è per questo che Incubi ha scelto proprio lei, perchè ha percepito che è una lei, ormai... Ha già qualcosa di molto solido su cui basare il tormento che porterà. I suoi timori e le paure erano come una scritta al neon stile Las Vegas sopra la porta che diceva "Entrate! Cibo gratis per tutti!". Non c'è alcun bisogno per il demone di scavare tra i pensieri e ricercare le paure e le fobie, visto che sono già servite su un piatto d'argento. E mentre incubi vi si crogiola ridendo, la figura della sua vittima compare, come se la nebbia si diradasse per mostrarla... snella e dai capelli biondo chiarissimo, quasi argentati, familiari... Accoccolata su un letto contro una figura più massiccia di cui intravede solo i capelli neri. Si sta svegliando proprio adesso, immaginando di svegliarsi nella realtà. Mentre le due figure diventano più chiare, Incubi le bisbiglia tutto.
- Paura della morrrte di un amico, paura di essssere abbandonata... paura di ressstare sssola, di essere lasssciata da colui a cui è legata... sssenza nessssuno... -*
Ma quella è... *aggrotta le sopracciglia, riconoscendo quel viso, mentre si gira dalla sua posizione, rendendosi visibile. Merda! Quella è Anya.
- Ssssii.... - Risponde al pensiero il demone, sghignazzando. Dannazione. Non può impedirgli nulla, al primo incubo, per lo meno. Per avere più controllo deve "nutrirsi" per bene almeno della prima vittima. Si era detta che non avrebbe invaso volontariamente i sogni degli amici e delle loro compagne ma, dannazione, non può fermare Incubi. Può muoverlo, può decidere lei il modo di terrorizzare chi dorme, ma non può impedirgli di sfamarsi della paura, dell'angoscia. La dea si alza dal letto e Lucien, perchè naturalmente quello è Lucien, si alza con lei, abbracciandola da dietro.* Vedi di non godertela troppo... *commenta, incontrando lo sguardo bicolore del custode di morte, che lampeggia di rosso per un attimo. Anya non può certo sapere che quello è Incubi. Userà tutti i suoi ricordi e i suoi pensieri, prima di attingere alle sue paure...*

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*Era stata svegliata da Lui. Il suo Lui, fantastico e inimitabile Lucien. Aveva aperto gli occhi e se l'era ritrovato sdraiato di fianco a lei, con una mano sopra al suo fianco, tenendola ferma, stretta sé. Si tocca le guance, sovrappensiero sentendole stranamente asciutte, come anche il cuscino, nota, tastandolo piano. Un piccolo sorrisino le sfiora le labbra, mentre si alza stiracchiandosi. La camera era illuminata a giorno e tutte le sue cose e quelle di Lucien, poste le une di fianco alle altre. Come se anche loro non si potessero separare dal loro luogo, dalla loro posizione affiancata. Le braccia di lui la stringono da dietro contro il suo corpo duro e muscoloso e le farfalle riprendono vita dentro il suo stomaco. Era un strana felicità, quella. Chiude gli occhi, il sospiro di contentezza le esce dalla bocca senza accorgersene mentre si gira nel suo abbraccio e gli avvolge a sua volta le braccia attorno alla vita. Le mani scoprono la pelle sotto alla maglietta nera attillata, senza pensarci. Erano guidate dall'abitudine. Dalla voglia di toccare ciò che le appartiene per diritto divino. Erano insieme, il resto non contava. Nulla contava all'infuori di loro due e della loro felicità. Alza il viso verso il suo e gli sorride, in quella sua maniera maliziosa e birichina, mentre si alza sulla punta dei piedi e gli sfiora le labbra con le sue* Buongiorno amorino... *sussurra mentre le unghie lunghe gli graffiano piano la schiena. O almeno crede che sia giorno. Al momento non le importava dato che l'unica cosa che aveva rilevanza si trovava di fronte a lei, attaccato a lei. Ah! Cominciare la giornata in quel modo era la maniera più bella. Più fantastica. Per un attimo lo stringe a sè ancora più forte. Volta il viso verso il comodino, appoggiando una guancia sul suo petto. Sul ripiano, dove prima vi erano dei preservativi, ora vi fa bella mostra di sè un post it: "Te li ho rubati, tanto non ti servono. Alza il culo e muoviti a fare un figlio che voglio che tu gli dia il mio nome. P.s. Le tue mutandine rosa profumano di fiori. Dì al tuo demone che quel colore non gli dona" Razza di bastardo, pensa ridacchiando. William aveva preso il brutto vizio di entrare nella sua camera e mettersi a frugare nella sua roba.
La sua vita è fantastica: un uomo che l' amava alla follia, un migliore amico che non la lasciava un attimo in pace ed era circondata da ciò che gli umani (o i cacciatori) avrebbero definito "Il male" assoluto. Cosa avrebbe potuto chiedere di più dal destino? Nulla, medita mentre le mani si spostano sul suo ventre e risalgono sul petto e sul viso, per accarezzarglielo piano. Con lo sguardo allacciato a quello di lui bicolore, scoppia in una fragorosa risata. Era la donna più fortunata del mondo.*

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*- Buongiorno, Mariah.. ehm... Anya... - Risponde il bastardo, chinando la testa a baciarle dolcemente il lato del collo. Prima che lei potesse dire qualunque cosa, suona un cellulare posato su un mobile. Sicuramente quello che sarebbe dovuto essere di Lucien... Lui si scosta dalla donna e va a vedere, prende il telefonino e legge ad alta voce un messaggio.
- "I cacciatori si avvicinano. Sono troppi e c'è anche Galen, non riesco a fermarli." è di William... devo andare ad aiutarlo. -
E si smaterializza, sparisce nel nulla, lasciandola sola. Ma che stronzo! Quel nome che ha detto... dev'essere qualcosa di dannatamente importante. Ha detto il dome di un'altra donna. Mentre è lì, sola, in quella stanza, l'atmosfera cambia, sfumando. L'aria diventa più pesante, tutto pare oscurarsi tranne che intorno ad Anya, come la luce di un lampione che forma un morbido cono intorno alla persona che sta sotto di esso. E' una luce, ma evidenzia l'oscurità. I muri della camera sembrano farsi sempre più lontani dal centro, dove ora si trova la figura.
- Non sei tu quella che lui ama... non sei mai stata tu... non sarai ami tu... Lui vede solo il suo amore perduto... -
- William è in pericolo... rischia la morte... i cacciatori lo prenderanno e lo faranno a pezzi... -
- Non se degna, non sei alla loro altezza, non puoi far nulla per aiutarli, per essere le persone di cui hanno bisogno...-
Le parole sembrano rimanere sospese in aria, a ripetersi, a sovrapporsi nella mente della dea. Non è la gelosia nei loro confronti, quello a cui punta Incubi... è l'angoscia di non essere la LEI che Lucien vuole. E lei ormai è legata a lui indissolubilmente. E' la paura di perdere il migliore amico con cui ha attraversato i secoli e la solitudine assoluta che la circonderebbe... Che la circonda tuttora.*


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*Credeva di aver sentito male, fino a quando lui non si era corretto con il suo nome. Una sensazione di nausea la invade mentre segue i suoi movimenti con la coda dell'occhio. Lo sguardo era fisso a terra, le mani portate sul ventre per bloccare il movimento all'interno. Le parole che lui pronuncia lei rimbombano dentro, non riesce a capre subito il loro significato, il nome che ha detto inizialmente. Cosa stava accadendo? Confusa più che mai, allunga una mano per poterlo toccare, trattenere. Si ritrova, invece, ad afferrare l'aria. Le lacrime le nascono dagli occhi, mentre ritira la mano piano. Lascia cadere le braccia mentre il respiro le si spezza dal pianto. Perché l'aveva chiamata Mariah? Perché? Non si era scostata al momento, troppo scossa dalla cosa? L'oscurità le cala tutt'attorno, si siede sulla sponda del tetto e si prende la testa tra le mani cominciando a scuoterla piano, troppo sorpresa e confusa. Le voci le invadono la testa, cogliendola impreparata. William? Come'era possibile? Di scatto si alza, guardandosi intorno. Si rende conto solo in quel momento che il buio la stava inghiottendo.
Avevano ragione, voleva darsi un contegno, fermare le lacrime che avevano cominciato ad evadere, ma non riesce a trattenerle* Silenzio! *strilla, alzando le mani per tapparsi le orecchie. Così non le avrebbe sentite. In quel modo non avrebbe sentito tutta la verità su di lei, sulla sua condizione e sul futuro che l'attendeva. Un futuro di umiliazione da parte di tutti e con un compagno di vita che pensava ancora al suo primo amore. Non avrebbe mai potuto competere con Mariah. Con la sua dolcezza, con la sua umanità! Avrebbe sempre vissuto alla sua ombra, anzi! Fin dall'inizio aveva vissuto all'ombra dell'umana, sin dal primo incontro avuto con Morte. Era sempre stata paragonata a lei. Una sfida di cui neanche era a conoscenza perché aveva sempre pensato e creduto che lei fosse la sola nel cuore del demone. La sola e unica. Mai si sarebbe legata ad un uomo legato ad un'altra donna. Aveva combattuto per il suo cuore. E aveva perso. Senza poter fare nulla contro quella competizione perché era aveva perso sin dal principio. Da chi sarebbe andata a piangere quando lui l'avrebbe lasciata se William fosse morto? Chi l'avrebbe consolata? Nessuno. Sarebbe rimasta sola. Completamente sola* Fatemi uscire! *urla ancora più forte* Devo combattere! *Avrebbe combattuto per salvare William. Lucien era già perso. Non sa da dove le vengono quei pensieri così tragici. In altre circostanze avrebbe combattuto ancora per lui, ma stranamente ora non aveva la forza. Il buio la stava inghiottendo, e lei era inerme davanti ad un nemico invisibile. Sola*

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*Non può far altro che assistere al divertimento di Incubi, che assorbe le emozioni emanate dalla dea come una spugna dentro l'acqua. Si sta letteralmente crogiolando in quella... disperazione? desolazione? tristezza? angoscia? solo il demone lo sa per certo e lei, in realtà, non ci tiene a chiederglielo. Se non si scatenasse con gli altri, lo farebbe con lei stessa... e avrebbe molto, molto, molto materiale a cui attingere... anche se ora sa che, in realtà, molti di quei ricordi non erano mai stati vissuti realmente. Ma questo non l'avrebbe fermato. L'oscurità si fa assoluta, mentre quelle voci, quei pensieri continuano a fluttuare nell'aria, fin quando un'esplosione interrompe tutto. Una parete viene attraversata da una fiammata che distrugge ogni cosa della camera che, ora, è tornata quella che era all'inizio. Tutto tranne la donna. Tutto è in fiamme, anche cose che non dovrebbero poter bruciare... Le pareti sono muri di fuoco e il pavimento incandescente è rosso come braci. L'inferno non dev'essere molto diverso da quella stanza.
- Essssatto... - sibila Incubi solo per lei. D'un tratto qualcuno viene scagliato attraverso il muro esterno, attraverso uno squarcio circondato da macerie di pietra. Rimbalza sulla parete opposta, crepandola, e si deposita ai piedi di Anya. Anche quel volto, incorniciato da capelli scuri, le è familiare. Gli occhi azzurri sono aperti, sgranati, ma opachi e rivolti al soffitto ma che non vedono nulla, mentre il resto del corpo giace scomposto sul pavimento, apparentemente con tutte le ossa rotte, in un lago di sangue che si sta formando sotto di lui... Non ci sarebbe stato bisogno di un dottore per capire che di William è rimasto solo un cadavere senza vita, ai piedi della donna che lo considerava il suo migliore amico.
- Non hai fatto nulla... non hai saputo far nulla... è troppo tardi e non sei riuscita a salvarlo... hai fatto morire il tuo amico... hai fatto morire l'unica persona che ti voleva bene... sei sola... rimarrai sola perchè nessun altro ti vorrà mai più accanto...-
Come prima, le parole rimangono nell'aria, nella mente di Anya, e si ripetono, ripetono senza fine, senza darle pace*

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*Gli occhi sono annebbiati dalle lacrime. Il respiro pesante, reso ancora più rapido dalla tensione, sembra essere appena uscita da una maratona, nonostante non avesse fatto un passo. Si asciuga velocemente le lacrime mentre nota dei cambiamenti attorno a lei: tutto stava prendendo fuoco. Le fiamme che ricoprivano la stanza sembravano richiamarla a loro, quando sente qualcosa cadere ai suoi piedi. Corruga la fronte, ormai disperata per le implicazioni di tutto ciò che stava accadendo e vede ciò che più temeva, il corpo del suo migliore amico senza vita. Scoppia in un pianto dirotto, singhiozzando, cadendo a terra in ginocchio. Le braccia avvolgono la testa di William, in un volto un'espressione terrorizzata. Perché doveva accadere tutto questo? Perché le moire avevano deciso per la sua morte? La disperazione la sta abbracciando nelle sua avide braccia e lei, dondolando urla, attorniata da fiamme che pur non bruciando la fanno soffocare. Continua ad urlare, orma senza più nulla perdere. Era sola. Dannatamente e completamente sola. Tira su col naso e accarezza i capelli dell'Immortale, pettinandoglieli come solo una madre avrebbe fatto con un figlio.* Mi dispiace... *singhiozza al suo orecchio. Ripiegata su sè stessa non ha più la forza di parlare. La voce, ormai resa rauca dagli strilli, fa fatica ad uscire* Ti vendicherò, piccolo mio *la mano bagnata dalle sue lacrime, gli accarezza le guance ispide di barba* Ucciderò chiunque si sia permesso di fare questo *Un grande sospiro fuoriesce dalle labbra. Doveva farsi forza, doveva andare avanti. Le ginocchia, piena ormai di ecchimosi, protestano per il movimento mentre si alza. La testa, dolcemente abbandonata a terra di William, sembra spronarla a fare ciò che andava fatto. Le mani piantate sui fianchi, si asciuga con rabbia le lacrime. Basta piangere, doveva reagire per la miseria!* Ehi tu! Esci allo scoperto, dannato codardo! *I denti strofinano l'uno contro l'altro. Le mani le tremano per la rabbia a stento trattenuta. Ma chi era? Il sadico che l'aveva torturata fino a quel momento doveva avere un'identità ben precisa e lei era intenzionata a scoprirlo* Non hai il coraggio, vero? *urla con ciò che le rimane della voce* Immagino dato con chi hai a che fare. Fammi uscire, bastardo! Ti pentirai di tutto ciò! *uno stregone? Un titano che la odiava particolarmente? Chi poteva essere? Si guarda intorno nella speranza di scorgere una qualche figura che sbucava, ma ancora nulla*

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*Un'enorme figura oscura, qualcosa che potrebbe somigliare ad uno dei loro demoni, gigantesco e oscuro tranne che per gli occhi rossi come braci, si innalza oltre il muro, mostrando solo una parte del volto scheletrico e dalle fanne affilate, attraverso il buco nella parete. Attorno a lui si espandono ombre e grida disperate, l'essenza pura della paura viene emanata da quell'essere.* Esibizionista... *borbotta lei, impercettibile dal suo angolo. Lei voleva vederlo, giusto? E lui si fa vedere... Incubi in tutta la sua gloria e, forse, qualcosa in più. Non gli sarebbe servito, in realtà, ma la teatralità di quel dannato demone è da ammirare... Naturalmente Anya non avrebbe mai capito che è lui. L'unico ad aver visto la sua forma reale è Gideon, quando esce dal suo corpo come Menzogna esce da quello di lui. La creatura fuori, in quel momento, per la dea, è un mostro sconosciuto, circondato da fiamme e oscurità, che ha ucciso un potente immortale, suo amico.
- Tu non sssei nulla... missssera dea... non puoi fare nulla contrrro di me... - Infila le mani dagli artigli lunghi e affilati nello squarcio e strappa via le mura di pietra, tirandole violentemente verso l'esterno come se fossero fatte di carta. - Tutti voi ssscambiate l'eterrna giovinezza con l'immorrrtalità... ma non sssei immorrrtale... nesssuno di loro lo errra...-
Vede il suo sguardo di fiamma spostarsi e lei, seguendolo, rivede Lucien, comparso dal nulla. Senza ricambiare lo sguardo di Incubi, si avvicina a William, spinge via Anya e uno spettro si stacca da lui. Come custode di Incubi, lei può accedere al mondo del subconscio. Lui, come custode di Morte, può muoversi nel piano delle anime in forma spettrale. Quest'ultimo, anche se in realtà sarebbe dovuto essere invisibile e impercettibile, scaglia con brutalità un pugno dentro il petto del cadavere e strappa via qualcosa che cerca di rimanervi attaccata. La figura evanescente oppone resistenza e urla disperatamente, cercando appigli che non trova, mentre il fantasma di Lucien lo prende a calci e pugni per fargli lasciare il corpo. Alla fine l'anima si stacca. - Sei destinato all'inferno - Afferma, prima di scagliarlo contro una parete infuocata, che attraversa come se fossero solo fiamme, senza alcuna roccia dietro. Infine torna nel suo corpo e si avvicina al demone, che continua a guardarlo, ghignando. - I tuoi amici sssnono morti... tutti, persino quelle sciocche arrrpie... i miei fratelli sssono liberi, adessso... i cacciatorrri sono stati trrroppo facili da manipolarrre... ora sssono morti anche lorrro... non ssssei felice? -
Sibila ironicamente il mostro, prima di scoppiare in una terribile risata che fa tremare le mura e divampare ulteriormente le fiamme. - Allora non sarò l'unico a fare questa fine... - Ignorando totalmente la presenza di Anya, si lancia contro Incubi, gridando. - Ti raggiungerò presto, Mariah!! - Con un urlo di guerra si scaglia, brandendo una spada, contro la testa ridente del demone che, però, lo prende al volo con le enormi mani e, letteralmente, lo spezza in due come un grissino, provocando una nuvola di sangue dal quale esce un fantasma che non ha nulla a che vedere con Lucien. E' morte e, adesso, è libero anche lui. - Hai visssto? Ha dato la sssua vita per rrraggiungerrre una donna mooorta... e tu non hai sssaputo salvarlo... non hai sssaputo ssalvare nesssuno.... la tua vita non vale nulla e non ssspreco energie per nulla... - Sibila, prima di scomparire in una nube oscura, lasciando la Dea sola, con le urla di disperazione che si sollevano dalla città invasa dal peggior male dell'Inferno*

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*La scena che stava vivendo si stava svolgendo tutta a rallentatore. Un enorme demone disgustoso si stagliava tra le fiamme, le corna che fumavano a causa del fuoco che li circondava e i lunghi artigli pronti a tagliarla in due. La comparsa di Lucien la lascia senza parole. Credeva di rivederlo in seguito, quando tutto quella specie di incubo sarebbe finito, invece si vede che le sue disgrazie dovevano arrivare tutte insieme, quel giorno. Con una mossa repentina, il braccio di Morte si infila dentro il copro dell'Immortale ormai morto, per prendere la sua anima. Sarebbe finito all'Inferno, sostiene il demone. Naturale, ma non poteva lasciarla! Non ancora! Non fa in tempo ad evitare tutto questo perché subito dopo si scaglia contro il demone che lo uccide in pochi secondi. Si copre le mani col bocca, reprimendo un gemito di dolore. Le lacrime le salgono nuovamente agli occhi. Si era fatto ammazzare per tornare da Mariah! Tutta la sua vita con lui era stata una menzogna alla fine. Il dolore al petto, che era iniziato con un lieve fitta, ora si stava propagando in tutto il corpo. Cade in ginocchio, un'altra volta. A carponi, su quel tappeto incandescente, fissa un punto imprecisato. Le lacrime cadono, ma non arrivano a terra, già evaporate nell'aria. Il respiro si fa sempre più veloce, mentre sente la bile soffocarle la gola. Comincia a vomitare su quel terreno in fiamme. La tensione alla bocca dello stomaco la fa stare male dall'interno. Le dita si piegano ad artiglio sul terreno, quasi a volersi ancorare in quel luogo. La disperazione la sta portando via, in un tempo e in un luogo lontani. Se avesse continuato di quel passo avrebbe perso presto la testa. Gli occhi le bruciano e li serra, forte, fino a vedere dei puntini luminosi dietro le palpebre.* Cosa vuoi da me? *dice poco dopo, rivolta alla creatura mostruosa che era rimasta tutto il tempo a fissarla. La dignità ormai era un vago ricordo. Quell'agonia doveva cessare, al più presto. Ora era veramente sola. Lucien era morto - che ironia! - William anche. La desolazione la sovrasta. Buttandosi all'indietro, si lascia cadere sul fondoschiena e sospira, stanca. Non aveva più lacrime da versare. Le aveva finite tutte. Corruga la fronte, mentre si accorge solo ora che le fiamme che la circondano non l'avevano ancora bruciata. Com'era possibile?*

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*- Sei nulla... sei meno che aria... neppure le fiamme potrebbero alimentarsi di te... vali meno di nulla... vali meno di qualunque cosa su questo mondo che sta per essere distrutta...- Ricomincia quella voce, parlando lentamente, quasi sensualmente, nella mente di Anya. Continua a torturarla senza sosta, senza tregua, con un'angoscia che difficilmente mostri o insetti possono provocare. Quella che vede, infatti, in quel volto, non è paura come è generalmente conosciuta... è solitudine, abbandono, desolazione assoluta, sotto un'espressione che tenta inutilmente di celarli a qualcuno che, in realtà, è nella sua testa. - Da te non voglio assssolutamente nulla... tu non mi sssservi... non sei neanche un perrricolo per noi... non riusssciresssti neanche a disssturbare la nosstra disstruzzione...- Sibila ora la voce di Incubi.* Incubi! Adesso basta! Ti sei divertito abbastanza... *Richiama il demone. Ora ha più controllo, ora si è sfogato abbastanza da poterlo gestire. Solo lui può sentire lei e, a sua volta, la voce del demone ora, è udibile solo da lei. - Come preferisssci... - Tutto intorno a loro diventa nero, sfumando, fin quando rimane un'unico tocco di luce rossa, sotto il pavimento su cui giace la dea. D'un tratto, tutto crolla. Dall'esterno, sempre più vicino alla figura, il pavimento si sgretola, fin quando precipita anche lei in un pozzo infuocato senza fine. - Possssiamo andarrre... - Sghignazza lui.* Bastardo... *Commenta, aprendo di scatto la porta e uscendo insieme al demone, per poi richiuderla. Non dovrebbe farlo, visto che così si sveglia tanto all'improvviso da rischiare di far venire un attacco di cuore alle vittime, ma sa che lei è immortale e non se la sente di farla continuare a precipitare nel vuoto per ore. Sarà anche stronza e sadica, ma solo fino ad un certo punto!* Sù, scegli la prossima, ma ti avverto... se è un'altro di cui mi sono detta di non voler invadere i sogni, ti puoi scordare le uscite con Menzogna... *Minaccia. Incubi smette di ridere di colpo e la porta ad una mente senza nulla di particolare... Un incubo normale ad uno sconosciuto... Divertente quando si hanno le carte per poter ricattare un Demone...*

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*Ascolta quelle parole pronunciate con un tono che andava via via aumentando. Gli occhi spalancati, le labbra socchiuse, sente un groppo in gola difficile da mandare giù. Probabilmente aveva finito tutti i liquidi che aveva in corpo, poiché ora sente solo gli occhi pizzicare, mentre le si disegna in faccia un'espressione angosciata. Voleva morire. Ricadere in quell'obliquo, in cui le anime non ricordavano più nulla. In cui la vita sulla terra sembrava essere appartenuta ad un'altra persona.
Non si accorge subito dell'ennesimo cambiamento che si stava verificando sotto di lei. Un tenue scricchiolio le fa abbassare lo sguardo sul terreno che ormai stava diventando ricoperto di cenere. Una piccola crepa si forma nel terreno tra le sue gambe divaricate per poi spaccarsi e aprirsi in una enorme voragine. Il tempo di aggrapparsi non c'è, non resta che cadere e cadere. Lo spazio attorno a lei non è ben identificabile, ben distinguibili erano soltanto le fiamme che ancora un volta l'avvolgevano. Sapeva di non essere stata una brava persona nella sua lunga esistenza, ma l'Inferno? Se lo meritava davvero? Probabilmente sì. Il terrore l'agguanta mentre cerca di aggrapparsi a qualunque cosa che trova, ma ogni volta che ci prova viene ustionata dall'alta temperatura delle rocce. Le vesciche cominciano a ricoprirle le mani e il corpo. I vestiti, ormai a brandelli, non la proteggono più. Si tratta di un incubo senza fine, come anche quel pozzo in cui stava cadendo. Sarebbe mai finita? D'un tratto, le voci attorno a lei spariscono. Il fuoco che la stava bruciando viva si dissolve e il paesaggio cambia. Spalanca gli occhi di colpo. Il soffice materasso della sua camera da letto la faceva sentire calda e coccolata. Sulle guance erano presenti recenti tracce di lacrime. Il cuore le batte ad un ritmo forsennato, mentre si mette seduta e si comincia a guardare attorno. L'ambiente familiare e apparentemente calmo viene immediatamente registrato nella sua testa come camera sua e di Lucien. Cos'era successo? Si porta una mano al cuore, sperando che esso calmasse al più presto la sua corsa forsennata. Le gambe erano ricoperte di graffi lunghi e profondi, provocati probabilmente dalle sue stesse unghie. Quello che aveva appena fatto non era un semplice incubo. C'era lo zampino di un demone! Probabilmente erano passati solo due minuti quando mette le mani attorno alla bocca per far sentire meglio il suo urlo* Scarlet! Te e il tuo demone me la pagherete!

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