domenica 18 marzo 2012

Paura...


Gilly Shaw GsLords Ita *Era scoccata da poco la mezzanotte quando entra nel portone del palazzo dove abita. Non sarebbe voluta uscire quella sera ma i suoi compagni di classe e in particolar modo Corbin avevano insistito così tanto che proprio non ce l'aveva fatta a rifiutare. Sale sull'ascensore ripensando alla serata. Raggiunge il pianerottolo del suo appartamento, fruga nella borsa e proprio quando sta per inserire la chiave nella serratura uno strano rumore proveniente dal piano inferiore la blocca. Sembrava che qualcuno stesse cercando di girare una chiave ma senza riuscirci. Poi un rumore secco, come di metallo e legno che si rompono squarcia il silenzio facendola saltare dallo spavento. Senza pensarci due volte e con la mano tremante cerca di girare la chiave per entrare nel suo appartamento. Una volta all'interno del suo rifugio chiude tutte le serrature e solo dopo aver acceso tutte le luci si accascia a terra e si porta le mani sopra la testa cercando di calmarsi. Afferra il cellulare e scorre velocemente la rubrica. Lascia squillare il cellulare mentre il cuore le rimbomba nel petto. Solo quando sente la sua voce si tranquillizza leggermente* William sia ringraziato Dio! *esclama agitata* Vieni subito al mio appartamento ti prego! *spera di non avergli rotto un timpano*

William GsLords Ita ‎*sdraiato comodamente sul divano nella Stanza degli Svaghi, stava guardando uno dei film che una volta erano appartenuti a Paris. Da quando il demone era sprofondato nel torpore mentale dato dall'Ambrosia, erano diventati suoi, tutti suoi* Mmm... *mormora mentre due donne si stavano esplorando a vicenda, non proprio timidamente. Complimentandosi mentalmente con le due, aggrotta la fronte sentendo il telefono squillare. Lanciando un'occhiata all'orologio a forma di membro, sulla mensola, si chiede chi sia a quell'ora così tarda a chiamarlo. A meno che non fosse stata una delle sue ammiratrici, non avrebbe risposto. Vedendo nello schermo del telefono il nome di Gilly, risponde immediatamente. Ingoiando la strana sensazione di terrore che lo assale, risponde, quasi subito tirandosi indietro per le urla della ragazza* Cos'è successo? *quasi sbraita mentre vola giù dal divano con un salto*

Gilly Shaw GsLords Ita Credo... credo... che ci siano i ladri qua sotto. *Riesce a mala pena a parlare, completamente terrorizzata* Ero... ero fuori a cena, con i miei compagni e quando sono tornata a casa ho sentito degli strani rumori fuori dalla porta dell'appartamento del piano sotto al mio *comincia a spiegare senza neppure prendere aria* Credo che siano riusciti a sfondare la porta proprio quando sono entrata in casa mia. *chiude gli occhi cercando di prendere un respiro profondo, ma ben presto scopre che l'aria è bloccata all'altezza del petto e si rifiuta di scendere ulteriormente. Se avessero cercato di entrare in quel momento anche nel suo appartamento non era certa di cosa avrebbe fatto. Non le importava che rubassero le sue cose. Certo che no, purchè non la tocassero. Quello che la terrorizzava a morte infatti era quello che avrebbero potuto fare a lei. Non che si sarebbe lasciata sottomettere tanto facilmente, ma le lezioni che aveva preso in California sarebbero bastate? Deglutisce scacciando le orribili immagini che si erano dipinte nella sua mente* Ho paura a restare da sola. Ti prego William vieni qua *si rende conto che la sua voce aveva assunto un tono di supplica*

William GsLords Ita ‎*Ormai era già in macchina, diretto verso l'appartamento di Gilly. Dannazione, se le avessero fatto qualcosa li avrebbe uccisi nel modo più atroce. Roba che neanche suo fratello si sarebbe mai sognato di fare. Stringendo con una mano il voltante e con l'altra il telefono, stringe forte i denti che, imitando il rumore del volante, si sarebbero presto spezzati se avesse continuato a stringerli così forte. Tentando di scacciare il velo rosso di rabbia, guida più veloce che può verso l'abitazione della ragazzina, sterzando bruscamente per evitare una donna* Ti sei chiusa in casa? *Ascolta attentamente le sue parole, interrompendola poi, quasi abbaiando la domanda in preda alla rabbia più cieca. In preda al panico. In tutta la sua esistenza non aveva mai capito il vero significato di quella parola. Ora, rinchiuso nell'angusto spazio del fuoristrada, non avrebbe mai voluto conoscerlo. La paura nella voce della ragazzina, lo sta facendo ammattire. Nessuno si doveva permettere di farla spaventare. Nessuno, cazzo!*

Gilly Shaw GsLords Ita ‎*Il suono della sua voce riesce a calmarla. Non le piaceva l'effetto che lui le faceva, soprattutto perchè aveva messo ben in chiaro che erano solo amici* Si, ho chiuso tutte le serrature *lo assicura. Poi le viene in mente una cosa. Paris aveva una stanza nel suo appartamento dove portava le sue conquiste quando chiaramente lei non era in casa. Forse aveva lasciato qualche arma. Entra velocemente nella camera, apre l'armadio e comincia a frugare all'interno. Quando uno strano oggetto le scivola tra le mani si ritrae neppure si fosse ritrovata una tarantola tra le mani. Con la punta delle dita tira fuori una frusta di pelle. La analizza con lo sguardo e solo a quel punto si rende conto che ha ancora il telefono aperto.* Ho trovato qualcosa nella stanza di Paris *Continua a guardare quell'affare. Avrebbe potuto usarla come un'arma. Poi però pensandoci meglio se i ladri fossero entrati avrebbero potuto male interpretare la cosa.* No forse è meglio di no *Parla più con sè stessa. Getta a terra la frusta e continua a cercare fino a che non trova un pugnale* Ok! *Esclama brandendo quel trofeo* William ho trovato uno dei pugnali di Paris!

William GsLords Ita ‎*sente degli strani rumori in sottofondo e si tende ancora di più. Arrivando di fronte al palazzo di Gilly, quasi non ferma la macchina che era già saltato giù, chiudendo troppo forte la portiera. Correndo verso il portone, lo spalanca per poi cominciare a far e i gradini a tre a tre. Tirando una spallata alla porta dell'appartamento, entra e corre verso la stanza che ospita Paris, quando è lì. Spalanca la bocca, mentre entra e vede Gilly, al telefono anche lei, con un pugnale lungo quanto un suo braccio. Promiscuità, si sa difendere bene, pensa mentre lancia il telefono per terra e la guarda dal vano della porta. Un sospiro di sollievo gli esce, senza poterselo impedire. Era salva, spaventata ma salva*

Gilly Shaw GsLords Ita ‎*Continua a guardare la lama di quel pugnale quando un boato assordante, proveniente dall'ingresso del suo appartamento la fa letteralmente sussultare. Lancia un grido, ma si tappa subito la bocca. Non voleva certo facilitare il compito ai ladri e indicare loro dove si trovava. Afferra con decisione l'impugnatura del pugnale pregando che la sola vista di quell'ogetto sarebbe bastato come deterrente. Si guarda intorno valutando dove nascondersi ma non fa in tempo a scivolare sotto il letto che una figura imponente si staglia sulla soglia della stanza. Il suo sguardo viene catturato all'istante da quei meravigliosi occhi azzurri che ormai da tempo dominavano i suoi sogni. Lascia andare di colpo il cellulare e il pugnale. Gli oggetti non avevano ancora raggiunto il pavimento che lei già lo stava abbracciando* Grazie per essere venuto! *sussurra con il cuore che le rimbomba nel petto*

William GsLords Ita *stringe tra le braccia quel piccolo corpo che non aveva nessun diritto di possedere quelle curve allettanti, troppo allettanti. Controvoglia, la stacca da lui, per abbassare poi la testa verso quegli occhi impauriti* Dannazione, piccola, sono immortale, ma mi farai prendere un collasso ugualmente *le ringhia contro, senza accorgersene. La sente tremare sotto le sue mani, mentre lo vede guardarlo con occhi adoranti. Non andava affatto bene. Stringendo le labbra in una linea dura, si volta verso l'ingresso cominciando a guardarsi intorno in cerca di intrusi* Da dove venivano questi rumori? *borbotta a mezza voce, consapevole ugualmente che lei lo avrebbe sentito lo stesso*

Gilly Shaw GsLords Ita *Staccarsi da lui era stato quasi un trauma, ma sapeva che sarebbe successo. Succedeva sempre. Ogni volta che lei si avvicinava lui l'allontanava. Semplice. Sospira tristemente mentre cerca di riacquistare un minimo di dignità.* Vieni * esce dalla stanza passandogli accanto ma stando attenta a non toccarlo. Arriva nel salotto e guarda sconcertata quello che una volta era stato il portone del suo appartamento e che adesso si ritrovava riverso a terra circondato da mille schegge e coni cardini ancora attaccati al legno. Lancia un'occhiata a William* Ricordami di non farti mai arrabbiare *dice con voce stridula. Deglutisce e indica fuori da quel buco che una volta aveva ospitato la sua porta blindata* I rumori provenivano dall'appartamento situato esattamento sotto al mio *muove un passo per uscire di casa e per fargli strada ma ripensandoci era meglio se andava lui per primo*

William GsLords Ita ‎*la ragazzina non si rendeva conto che era impossibile che lei lo facesse arrabbiare. Mai, mai si sarebbe potuto scagliare contro di lei. Non volendo andare a fondo in quel pensiero, la precede. Lo sguardo di terrore l'ha tramortito. Se avesse incontrato qualcuno che non doveva essere lì in quel momento, Gilly avrebbe fatto meglio a chiudere gli occhi. Avrebbe visto scene poco adatte ai suoi occhi delicati. Grugnendo di rabbia, si avvia. Scende le scale con calma, tentando di sedare la rabbia che fino ad un momento prima si era spenta. Quegli sbalzi di umore, fin troppo strani per uno come lui, lo lasciano sconcertato, ma ancora una volta non voleva approfondire quelle emozioni. Non che si reputasse profondo come una pozzanghera, ma si rende conto che tutti quei pensieri l'avrebbero riportato alla persona che in quel momento si trovava alle sue spalle. No, basta* Mi porterà in manicomio *borbotta a bassa voce, camminando verso l'appartamento che gli ha indicato*

Gilly Shaw GsLords Ita ‎*Lo segue passo passo lasciandogli comunque un ampio spazio di manovra. Non voleva infatti intralciargli i movimenti nel caso avesse dovuto combattere. Comincia a scendere i gradini di marmo bianco lentamente, cercando di fare il minor rumore possibile. Nonostante adesso ci fosse William lì con lei e quindi era al sicuro non voleva far sapere ai ladri della loro presenza. Con lo sguardo segue William che invece si muoveva sulle scale agile e leggero come un felino scaturendo tutta la sua invidia. 'Ma come ci riusciva?'. Come spesso le succede si ritrova a fare sogni ad occhi aperti con il guerriero che le era di fronte e senza rendersene conto gli finisce addosso* Scusa *borbotta. Segue il suo sguardo e le si gela il sangue nelle vene. Di nuovo. La serratura era rotta e alla porta mancava un pezzo del legno* Oddio *bisbiglia* Allora avevo ragione. C'erano i ladri *il sangue comincia a pompargli di nuovo nelle vene a tutta velocità. Si aggrappa alla ringhiera delle scale per non cadere a terra. Era consapevole di non correre alcun pericolo, ma il pensiero che un appartamento del suo palazzo era stato profanato le faceva mancare il fiato. Se i ladri non si fossero fermati a quel piano ma avessero salito una rampa di scale in più avrebbero violato il suo spazio privato. E se non fosse uscita con gli amici?* Oddio *con un gemito si mette a sedere sulle scale remprimendo un'ondata di nausea*

William GsLords Ita ‎*Fermandosi davanti alla porta con la serratura ormai rotta, serra i denti, che oramai erano messi a dura prova. Cazzo, cazzo e ancora cazzo! Stringendo i pugni, fino a fare sbiancare le nocche si rende conto del pericolo che Gilly aveva corso. Erano stati così vicini! Ancora un piano e avrebbero potuto farle del male. Ringraziando mentalmente non si sa quale dio, si volta verso di lei. Dentro l'appartamento non percepiva nessuna presenza, di conseguenza, il pericolo era scampato. Per un pelo. Avvicinandosi a lei, le punta un dito contro, con fare ammonitore* Ora tu permetterai agli altri di mettere un dannatissimo sistema d'allarme in questa dannatissima e stramaledetta casa *quasi le ringhia contro* Hai capito? *farla trasferire alla Fortezza avrebbe voluto dire avere una crisi di nervi ogni giorno. Sarebbe rimasta lì, protetta dai migliori sistemi d'allarme del pianeta. Lontana da lui. Quel pensiero gli fa attorcigliare le budella in una maniera sgradevole, ma non poteva permetterle di venire alla Fortezza. Mai e poi mai*

Gilly Shaw GsLords Ita ‎*Alza gli occhi su di lui completamente allarmata. Era così sconvolta da non riuscire neppure a sentirlo. Quell'atteggiamento che lui aveva assunto la spaventa. Era sicura che non le avrebbe mai fatto del male ma quello sguardo letale la fa indietreggiare. Si fa piccola piegandosi leggermente su sè stessa, comincia a sentire freddo, incrocia le braccia al petto per cercare di trannere quel poco del calore corporeo. Abbassa lo sguardo. all'improvviso le sottili venature azzurre e grigie del marmo diventano molto interessanti. Tutto pur di non leggere quel rimprovero negli occhi di William. Senza guardarlo annuisce alle sue parole.* Va bene *Balbetta, poi qualcosa dentro di lei si ribella. Non sa dire che cosa, ma non avrebbe più chinato la testa di fronte a nessuno. Si mette in piedi e alza gli occhi su di lui.* Pensi che mi faccia piacere avere avuto i ladri sotto casa? Chiedere a Torin di montare un sistema d'allarme a prova di bomba atomica sarà la prima cosa che io stessa farò domattina appena alzata. Anche io voglio stare tranquilla a casa mia *e senza dargli il tempo di ribattere sale le scale per raggiungere il suo appartamento. Entra nella sua stanza e proprio quando prende lo zaino per metterci un po' di vestiti una punta di rimorso la colpisce. Si sente leggermente in colpa per averlo trattato in quel modo. Dopotutto si era catapultato là in suo soccorso.*

William GsLords Ita ‎*Lasciato lì, con se stesso e il suo ringhio che rimbomba nella tromba delle scale, sente il rimorso sommergerlo. La ragazzina non aveva bisogno delle sue minacce per ragionare. Era fin troppo adulta per la sua età, medita. Tirando un lungo sospiro, chiude gli occhi per calmarsi, sentendo subito i muscoli contratti dalla tensione rilassarsi. Non era meglio delle persone della sua famiglia, dato che la trattava in modo così barbaro. Lanciando un'occhiata da sopra la spalla alla porta, fa il primo scalino per risalire per raggiungere la ragazza. Non le avrebbe chiesto scusa, nonostante tutto, nonostante il tono e le parole brutali credeva fermamente nelle sue ragioni. No, non avrebbe fatto nulla. Scavalcando agilmente la porta dell'appartamento che ormai era stata sfondata, si avvicina alla sua camera, sentendo dei rumori provenire da lì. Torna a tendersi, mentre la osserva mettere in modo confusionario pochi indumenti dentro un piccolo zaino. Appoggiando allo stipite della porta, finge una posizione rilassata* Dove credi di andare? *mormora tranquillamente, incrociando le braccia sul petto muscoloso*

Gilly Shaw GsLords Ita ‎*Afferra a caso i vestiti dal suo armadio e li infila a forza nello zaino senza curarsi di piegarli. Si guarda intorno cercando di fare mente locale sulle cose da prendere. Una tuta, una maglietta e poche altre cose. Dopotutto sarebbe stata fuori solo una notte. Un cambio sarebbe stato più che sufficente. E sempre fortunatamente la mattina seguente non sarebbe dovuta andare a scuola. Dio benedica il week end! La voce di William la distolgono dai suoi pensieri. inarca un sopracciglio* Bhè non penserai mica che resti qua? La porta è spalancata e a questo punto chiunque riuscirebbe ad entrare nel mio appartamento. *spiega con voce calma prima di tornare a mettere i vestiti nello zaino che a quel punto era quasi pieno.* Secondo te posso venire alla fortezza per questa notte? *domanda indossando il giubbotto e lo zaino. Dall'espressione che lui aveva dipinta sul volto non sembrava molto convinto di quello che lei voleva fare* Se per loro è un problema posso sempre prendere una camera in un albergo *la cosa non la entusiasmava molto. Era sicura che non sarebbe riuscita a dormire neppure in albergo. Sarebbe stata sola anche là e preferiva avere qualcuno accanto, qualcuno di fidato. Solo allora le viene in mente una terza opzione. Afferra il celulare e scorre la rubrica* Se no mi è venuta un'idea migliore. Posso chiedere a Corbin di ospitarmi *si quella sarebbe stata l'alternativa migliore se non poteva andare alla fortezza*

William GsLords Ita ‎*Logica. Pura e sana logica. Non avrebbe potuto sostenere lui stesso una teoria migliore. Fanculo, quella ragazzina era più sveglia della maggior parte delle sue coetanee. L'albergo sarebbe andato più che bene, allungando una manciata di banconote al portiere le avrebbe garantito una protezione degna di un cane da guardia! Corruga la fronte, sempre osservando i suoi movimenti, quando vede le sue mani piccole e delicate afferrare il telefono. Spalanca la bocca ascoltando la sua idea di andare a dormire da Corbin? Chi? Il moccioso? Una volta l'aveva visto. E da quando erano diventati così amici quei due? Quel tipo non si sapeva ancora allacciare le scarpe e lei voleva andare a dormire da lui?! Avvicinandosi a lei, quasi di corsa, mandando quindi all'aria i suoi propositi di darsi una calmata, butta dietro di sè il suo telefonino* Tu, ragazzina, tornerai alla Fortezza con me *mormora con tono calmo e letale, guardandola dritto negli occhi. In quegli occhi nocciola che qualunque ragazzino in piena crisi ormonale avrebbe voluto affondare. Maledicendo la parola "affondare" collegata a Corbin (che razza di nome era?) e a Gilly, la fa scostare malamente e comincia a buttare lui stesso gli indumenti della ragazza dentro la sacca. Una notte. Solo una notte. Cosa sarebbe successo? Aveva passato vario tempo con lei, sotto lo stesso tetto. Non sarebbe successo nulla. Inoltre, i Signori, e lui stesso naturalmente, avrebbero potuto tenerla d'occhio meglio. Sì, era decisamente l'idea migliore per tutti. L'indomani avrebbe chiamato il miglior fabbro della città e le avrebbe fatto fare una porta blindata, spessa trenta centimetri e avrebbe fatto installare il miglior sistema d'allarme del mondo. Orgoglioso delle sue fantastiche idee, sorride*

Gilly Shaw GsLords Ita ‎*Si sente sbalzata di lato mentre guarda William afferrare velocemente i suoi vestiti e riporli dentro lo zaino con altrettanta velocità. Guardarlo toccare i suoi abiti le dava quasi i brividi. Le piaceva. Le dava un senso di intimità. Nessuno aveva mai toccato i suoi abiti e la cosa sarebbe rimasta un'esclusiva del suo adorato Liam. 'Suo'. Si certo. Come no? Anche su questo argomento era stato sempre piuttosto chiaro. 'Io le donne le uso' Donne, al plurale. Un'ondata di cieca gelosia la invade. Stringe i pugni cercando di calmarsi. Si concentra su di lui scacciando mentalmente l'immagine di lui con altre femmine. I suoi movimenti erano sicuri mentre afferrava a caso i vestiti dal suo armadio. Spalanca gli occhi quando lo vede prendere un paio dei suoi slip con reggiseni abbinati. Evidentemente afferrava senza guardare cosa. Però le sarebbe piaciuto vedere che espressione scioccata gli si sarebbe dipinta in viso nel constatare che aveva i suoi indumenti intimi tra le mani. Ripone il tutto dentro lo zaino con la stessa cura che poco prima lei stessa aveva riservato ai suoi abiti. Inarca un sopracciglio e si toglie una ciocca di capelli da davanti gli occhi. Se mai fossero diventati una coppia non gli avrebbe mai permesso di preparare le valigie. Arrossisce di colpo per il suo stesso pensiero. 'Ma cosa diavolo andava mai a pensare?' Sarebbe stato più semplice gettarsi da un grattacelo senza paracadute senza sfracellarsi al suolo piuttosto che diventare la ragazza di William. Si lascia scappare un sospiro di malinconia. Lieta che lui non riesca a leggerle nel pensiero si avvicina e prende lo zaino ormai colmo.* Wow sei velocissimo! Però devo dire che qualcuno ti batte. Ebbene si, quel gran fico di Edward Cullen è sia veloce che bravo nel piegare i vestiti! *esclama tutta pimpante contenta di aver sferrato un calcio al suo orgoglio*

William GsLords Ita ‎*Arrossisce, lasciando cadere, quasi bruciassero, un paio di mutandine di pizzo coordinate ad un reggiseno. Raccogliendo subito il tutto lo ripone immediatamente all'interno dello zaino. Pizzo? Mutandoni di cotone, prende nota mentalmente. Le avrebbe fatte comprare ad Anya e poi l'avrebbe obbligata a regalargliele. E le avrebbe cucito quella bocca per non dirglielo. O direttamente una cintura di castità? Sarebbe stata più difficile da reperire, rispetto a delle mutande di cotone, ma aveva le sue conoscenze. Sempre più veloce, sospira soddisfatto chiudendo la zip. Bene, ora era tutto fatto. Mancava da portare fuori la ragazza, poi si sarebbe potuta concludere quella serata. Sempre più rilassato tende le orecchie sentendo nominare il nome di un altro ragazzo, accostato a "fico", "gran fico", per essere più precisi* Chi diamine è quest'altro? *Non andava affatto bene. Arrendendosi all'inevitabile, si rende conto che deve aggiungere un'altra persona alla lista "Persone da torturare e da prendere a schiaffi con i loro stessi arti". Perfetto. Semplicemente perfetto. Ricordandosi, d'un tratto, il protagonista di un film che aveva CASUALMENTE visto (con lei naturalmente, lui non si sarebbe mai abbassato a guardare film del genere) ricorda il viso del fantomatico Edward Cullen. Sempre più offeso, ora, per essere stato battuto dal vampiro più brutto della storia, si imbroncia. Se solo avesse conosciuto un vero vampiro, la ragazza sarebbe scapata a gambe levate. Imitata da Edward Cullen.* IO sono un "gran fico", piccola. *mormora, sorridendole. Da dove l'aveva imparato quel termine?, pensa amaro, mentre afferra lo zaino e se lo mette su una spalla, pronto a partire*

Gilly Shaw GsLords Ita Nessuno è più fico di... *si blocca subito prima dell'irreparabile e ringrazia mentalmente qualsiasi divinità l'abbia trattenuta dal pronunciare l'ultima parola e cioè: TE. Dopotutto lui sapeva perfettamente cosa provava nei suoi confronti, perciò perchè umiliarsi ulteriormente?* Pensi che debba chiudere le poche cose preziose che ho in camera mia? *chiede tentando di distogliere l'attenzione di William dalle parole pericolose che stava per pronunciare. Si guarda intorno valutando se avesse avuto bisogno di altro e il suo sguardo le cade sul pc portatile che aveva lasciato sul divano prima che Corbin la passasse a prendere. Afferra il computer e lo abbraccia.* Porto anche lui con me *Per nulla al mondo avrebbe lasciato quell'oggetto in una casa priva di porta.* Adesso possiamo andare! *Gli sorride pronta a seguirlo, ma prima di lasciare il suo apartamento avverte una punta di malinconia e di tristezza. Spera solo che qualcuno non approfitti della porta sfondata per dannneggiarlo. Scende le scale in silenzio senza distogliere lo sguardo dalla schiena di quel magnifico guerriero che la precede. Ad ogni movimento il tessuto della maglietta si tende lasciando intravedere quei muscoli perfetti che avrebbe desiderato tanto accarezzare. Perchè lui non le faceva lo stesso effetto che le facevano gli altri esponenti del sesso maschile? Se fosse stato come tutti gli altri non sarebbe stato così doloroso stargli lontano, anzi... E' ancora immersa nei suoi pensieri quando nota il fuoristrada di William parcheggiato, oddio parcheggiato era una parola grossa, sembrava infatti che l'avesse lasciato praticamente in mezzo alla strada. Il tutto per arrivare il prima possibile da lei. No. Lui non sarebbe mai stato come tutti gli altri. Lui era il suo cavaliere senza macchia.*

William GsLords Ita ‎*Inarca un sopracciglio, vedendo Gilly abbracciata al suo portatile. Le ragazzine di oggi, così fissate con la tecnologia, non le avrebbe mai capite* Andiamo *borbotta con lo zaino sulle spalle, mentre con tutta la calma del mondo scende le scale per uscire dal palazzo. Prendendo mentalmente appunti sulle modifiche da apportare alla dimora della ragazza, la sente dietro di sè. Consapevole più che mai dei grandi occhi castani, puntati sulla sua schiena, aggrotta per l'ennesima volta le sopracciglia. Il pensiero che tutto quel movimento gli avrebbe fatto venire presto le rughe (era possibile?) lo sfiora, ma non importa. In quel momento aveva solo voglia di scaricarla nella prima stanza disponibile della fortezza e voltare pagina, almeno per quella sera. Chiudere Gilly in una stanza doveva essere facile come chiuderla fuori dai suoi pensieri. Con quei pensieri in testa, attraversa la porta d'ingresso, lasciata aperta probabilmente da lui, e si avvicina al fuoristrada parcheggiato* Salta su e muoviamoci, piccola *dice in tono sbrigativo mentre le lancia un'occhiata per poi scuotere piano la testa* Sbrighiamoci *ripete mentre lancia con poca grazia lo zaino nel sedile posteriore. Aspettando che lei si mettesse al suo posto, di fianco a lui, accende la macchina per poi partire a razzo immettendosi subito sulla strada*

Gilly Shaw GsLords Ita ‎*Prende posto nel sedile passeggero accanto al guidatore, occupato dall'oggetto dela sua ossessione. Non gli toglie gli occhi di dosso mentre con gesti veloci e sicuri lui gira la chiave nel quadro di accensione. Allaccia la cintura di sicurezza e torna a contemplarlo.* Sono contenta di venire a dormire alla fortezza *dice tanto per rompere il silenzio che era calato imbarazzante tra di loro. Quando Danika l'aveva portata in quella nuova città e le aveva presentato il suo ragazzo e gli amici di lui era rimasta terrorizzata da loro. Adesso che li aveva conosciuti un po' meglio non aveva più il terrore che qualcuno di loro l'aggredisse. La macchina si mette in moto con un ruggito potente e con sicurezza scivola nelle strade di Budapest che a quell'ora non erano propriamente molto trafficare. Sprofonda nel sedile che sembra avvolgerla come in abbraccio ispirando profondamente. Il profumo di William aleggiava nell'aria e le pizzicava piacevolmente il naso. Gli lancia un'ultima occhiata prima di voltarsi a guardare fuori dal finestrino le luci che scorrevano veloci sotto il suo sguardo attento. Ripensa a tutto ciò che era accaduto quella sera, la cena con i suoi compagni di classe e il dopo cena meno piacevole fino a che il suo guerriero personale non era entrato nella stanza di Paris. Raggiungono la fortezza in una decina di minuti. Una decina di minuti alla velocità di William che aveva praticamente violato tutti gli articoli del codice della strada. Prende il suo zaino dal sedile posteriore, lo indossa e si savvia in silenzio verso il portone aperto della fortezza.* Liam *lo chiama a bassa voce prima di varcare l'ingresso* Grazie ancora per essere venuto subito da me quando ti ho chiamato *sussurra consapevole che lui l'avrebbe sentita. Passa oltre il portone della fortezza che prontamente si chiude alle sue spalle, separandola dal mondo esterno.*

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