venerdì 20 luglio 2012

The Darkes Chase: - Alìz Monologue -

*Avere tanti soldi a disposizione infondo non era un difetto. La bravata di saltare le lezioni per sbronzarsi, non era stata delle migliori secondo il consiglio studentesco. Espellerla o chiudere un occhio?. Oh no, meglio intascare e stare zitti. Due giorni di sospensione e la faccenda per lei e Gilly, venne archiviata. Suo padre era stato un ottimo maestro nell'arte della persuasione. A passo svogliato, si diresse verso il suo lussuoso e desolato appartamento. Perchè non prendersi un cane?. O un gatto magari!. La verità è che lei non sapeva prendersi cura degli altri. Aveva imparato fin da piccola a cavarsela da sola. -E' per forgiare il tuo carattere- Le diceva suo padre. La portava a caccia con se, un tormento alla quale fù costretta ad assistere: Cinghiali fucilati e poi sgozzati, cerbiatti, lepri. Da allora si rifiutò di mangiare qualsiasi tipo di carne. Due scatti alla serratura ed eccola nella sua tana: Un loft a due piani moderno senza troppi fronzoli, un design tra il gotico ed il moderno. Nel soggiorno troneggiava imponente, il suo pianoforte a coda. L'istinto irrefrenabile la colse con lo stesso impeto, che ci si mette nel far qualcosa che davvero ci appassiona. Lo zaino franò a terra e li sarebbe rimasto tutta la notte. Alla fine era sempre cosi. Quello strumento, era parte di lei. Il suo polmone, il suo battito.. la sua voce. Sà cosa suonare, fù sua madre ad insegnarle a suonarlo. Volse lo sguardo al ripiano di fianco a lei. Allineate in bella vista,tutte le foto di famiglia. - Una brava bambina deve imparare a fare tutto Aliz. Le buone maniere sono fontamentali in questa casa. E tu non sarai da meno.- Si sentiva al pari di una bambolina. Fai questo, fai quello. Cosi non si fa. Lei era anarchica. Odiava le imposizioni, odiava ogni forma di comando. La riportavano all'uomo che odiava, nemmeno la morte aveva mitigato quel che provava per lui. Non che la maltrattasse. Non le aveva mai alzato un dito, per fortuna. Ma l'esser trattata come un soldatino, invece che come una figlia, la fece crescere con la convinzione che gli uomini servissero a ben poco nella vita di una donna. Ricorda però con quanta amorevole e rispettosa riverenza sua madre lo trattava. Lo chiamava il suo Re..- Margarèta, akkor a gyógyírt erre a gonosz és rossz.- Furono gli unici momenti in cui vide suo padre addolcirsi. Schiaccia con rabbia le dita sui tasti avorio. Il cuore balza finendole in gola. Rabbia, profonda rabbia. Lo meriti un abbraccio Aliz?. Hai meritato disciplina, lezioni di bon ton e la consapevolezza amara che l'affettività familiare fosse solo vana utopia. O forse perchè sei una cattiva bambina?. La mano corse al fianco. Una rosea linea frastagliata lo percorreva. Il souvenir di quella caduta maledetta. - Aliz, nella tua famiglia siamo tutti ottimi cavallerizzi, è ora che tu impari.- * Ricordò nitidamente il tono perentorio del padre. L'idea a dire il vero la entusiasmò pure. Peccato che il cavallo; uno splendido esemplare andaluso, prorpio mansueto non fosse. A dispetto del nome, Sugar le fece passare l'inferno in cinque minuti. Appena la issarono sul cavallo egli si impennò facendola cadere, le redini ancora ben salde tra le nocche serrate dalla paura. Venne trascinata per qualche metro, prima che il cavallo senza troppi complimenti, venisse abbattuto dallo stesso padre. Non dimenticò mai l'occhiata di compassione e disprezzo che lui le lanciò. Per lui rappresentava solo un intralcio a ciò che dovevano essere i suoi progetti. Un figlio maschio da plasmare a sua immagine e somiglianza. Gli toccò Aliz, la figlia femmina e ribelle. Non seppe mai, che in fondo quel padre la amava più di se stesso, forse in modo anomalo, sbagliato. Ma la amava. Le mani tornaro a lambire i tasti. La vodka quella volta non sarebbe bastata a spegnere, il caos interiore che la tormentava. Cosi lei forgiava le sue maschere da jolly. Aliz la spavalda. Alìz la ribelle.. Ma nessuno avrebbe mai visto Aliz la bambina, che nascosta nel suo posto incantato all'interno della cabina armadio, sognava una famiglia come quelle delle pubblicità in cui, si vedono riunite attorno al tavolo ridenti e gioiosi. Un mondo fatuo che col tempo l'aveva relegata ad un ruolo imposto. La sua corazza, la sua fortezza.*

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