giovedì 5 luglio 2012

[FLASH BACK] 5 Marzo 1999



*Seduta comodamente sul divano di casa di Melissa cercò invano di concentrarsi sul film in televisione, rumoroso e particolarmente sanguinolento. Compito arduo dato che l'amica con le sue maledette risatine, non le faceva sentire nulla! Assolutamente nulla!*
Melissa smettila
*borbottò, massaggiandosi piano le tempie, chiudendo gli occhi per la stanchezza e il dolore. Il lento pulsare si faceva sentire sempre di più sentire. Non la conosceva abbastanza bene dato che ora come ora pensava che l'amica avesse sicuramente un potere paranormale: quello di farla innervosire all'istante!*
*Le scene in televisione continuavano a susseguirsi accompagnate da quella maledetta risata stridula di Melissa. Il monito detto poco prima non era servito particolarmente a nulla.
Questo era il messaggio che le stavan inviando i suoi timpani. La ciotola dei pop corn posata sulle sue gambe non sarebbe stata sufficiente, pensò guardandosi attorno alla ricerca di qualcosa che potesse zittire la ragazza. Sentendosi pungere una gamba , cercando una posizione comoda sul divano, si ricordò del pugnale che portava sempre con sè. Trovato!
Con un movimento repentino le saltò sulle gambe, stringendo con le ginocchia i suoi fianchi la guardò negli occhi ora spaventati, trapassandole lo stomaco con esso. Lo sguardo stupefatto e angosciato di Melissa la stupì. Le puntò un dito contro rimanendo ancora seduta sulle sue gambe* Hai fatto la bambina cattiva! Questa è la giusta punizione *si alzò con calma, stirandosi le gambe intorpidite dalla posizione scomoda assunta per tutta la sera. Il silenzio nella stanza, rotto solo dai gemiti di dolore, era un tesoro che avrebbe conservato per tutta la vita. Voltandosi verso di lei, battè le mani per incitarla*
Ora su, non fare quella faccia, andiamo in ospedale così si risolve tutto. Muoviti a vestirti che non ho tutta la notte *dirigendosi in cucina si versa un bicchiere di succo d'arancia.
Ci sarebbe voluto un pò prima che Melissa fosse riuscita ad infilarsi la maglietta con quel pugnale che le spuntava dallo stomaco, pensò mentre afferrava lo schienale di una sedia per avvicinarlo a sè e sedercisi sopra, godendosi il silenzio che la circondava in quel momento*

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