lunedì 9 luglio 2012

[Flash Back - Trama Extra] Ti sono mancata? I Parte




Anya Dea-Anarchia GsLords Ita *Le gambe accavallate, il piede perennemente in movimento, le unghie che tamburellavano sul bracciolo della sedia: questo era la sua attività da circa mezzora. Si stava annoiando. Si stava tremendamente annoiando. La noia la stava divorando da dentro e il nervosismo le stava grattando le pareti interne del corpo. L'aveva sempre detto:"la noia può uccidere un uomo". Doveva prendersi il merito per quella frase così veritiera! La servitù le stava alla larga, sapevano che non dovevano rivolgerle la parola in quei momenti, altrimenti avrebbero fatto una brutta fine. La voglia di fare cadere il candelabro del mobile più vicino a lei era decisamente troppa. Avrebbe dovuto ricostruire quella casa e non aveva nessuna voglia di fare ciò. Uno sbuffo irritato le uscì dalle labbra. Doveva trovare al più presto qualcosa da fare. Passarono i minuti, scanditi dai tacchi delle sue scarpette, che con piccoli tonfi battevano sul tappeto costoso, suo ultimo regalo per se stessa. Trovato! Il suo vecchio amico era arrivato in città, da quello che aveva sentito dire dalle ragazze della servitù. Non che si mettesse a parlare con loro, poi. Ma aveva un buon udito, e farsi gli affari degli altri era sempre stato il suo passatempo preferito. Con grazia, tirò il cordoncino posizionato proprio di fianco a lei. In men che non si dica, Ehi (in realtà questo non era il suo nome, ma gliel'aveva dato lei appena assunto perché non aveva voglia di ricordarsi un altro nome) fu da lei* Mandi a chiamare il signor William, per favore. Elise dovrebbe sapere il suo indirizzo. *sospirò. Probabilmente tutte le donne della città sapevano dove si trovasse l'abitazione di quel mascalzone. Il nome sussurrato a fior di labbra da tutte le donne della città ne era la prova. Perché non ci aveva pensato prima? Avrebbe potuto giocare con lui quanto voleva* Gli dica di venire subito, che è un'urgenza. Ma non fate il mio nome *Un sorriso birichino le comparve in viso. Socchiuse gli occhi* Voglio che sia una sorpresa.

William GsLords Ita ‎*Il sospiro gli si spezzò quando cominciò a vedere il mondo con colori vivi, accesi. I polmoni sembravano non avere nessuna voglia di riprendere il compito e continuare a farlo respirare, ma che sensazione splendida! Il sudore gli ricopriva la pelle, rendendola lucida e, ne era sicuro, ancora più bella e virile. Ecco, come doveva apparire alla donna sotto di lui: semplicemente magnifico. Giusto. Più che giusto. Dopo una notte simile avrebbe guardato gli altri uomini come semplici manichini. Il respiro pian piano torna al suo ritmo normale, le braccia muscolose, stese ai lati della testa della donna cominciarono a protestare per la posizione, ma poco importava. Ne era valsa certamente la pena. Lanciando uno sguardo alla donna, sorrise: un'espressione di assoluto stupore era impresso nei bei lineamenti femminili. Era splendida. I capelli rossi, le ricadevano sul seno, quasi nascondendoglielo. Non capiva come ci fossero finiti lì, dato che si era preso tanto tempo per denudarglieli e baciarglieli fino all'invero simile. Ma ora quella donna era semplicemente il ritratto della femminilità. Bella nelle forme, nei miagolii che emetteva quando la sua mano le passava sul corpo, nelle parole crude che pronunciava durante l'amplesso, sì, era decisamente bellissima. La mano grossa le andò su una coscia, circondandogliela quasi interamente talmente era magra, ma ben fatta e lui si abbassò per darle un ultimo bacio sulle labbra rosse e consumate. Non sapeva se ci sarebbe stata un'altra occasione per ripetere la cosa, ma poco importava. Con un balzo, saltò fuori dal letto, stirandosi ed emettendo un sospiro soddisfatto, rilassato. Aaah! Che vita! Che splendida giornata! Si avvicinò alla finestra dove si intravedeva il paesaggio la fuori: il cielo grigio di Londra faceva bella mostra di se in tutto il suo aspetto tetro. Bella giornata lo stesso, dopo una notte simile il mondo gli sorrideva! Facendo ruotare le spalle per sgranchirle, lanciò un'occhiata dietro di sè verso il letto enorme al centro della stanza: la donna era ancora lì, rilassata, con le gambe ancora spalancate, pronta a ricominciare, da quello che poteva leggere nei suoi occhi. Sorrise malizioso. Quanto amava le donne di quell'epoca. Le amava tutte, dalla prima all'ultima. Era ancora nudo, quindi non c'era neanche bisogno di spogliarsi. Con tutta calma tornò verso il letto, pronto ad un'altra maratona. Era già su di esso a gattoni, come un predatore con la sua preda, quando alla porta bussarono. La voce del maggiordomo lo raggiunse, gli comunicava che era richiesto in un'abitazione poco lontano dalla sua. Con urgenza. Urgenza? Per quale motivo? Lo sguardo deluso della donna di fronte a lui, lo colpì al cuore. Povera, pensava che lui corresse per ogni minimo richiamo come un cane? Le fece cambiare idea nell'ora che seguì. Fu dopo un po' di tempo che uscì dalla sua dimora, vestito di tutto punto, per recarsi nel luogo dove era desiderato. Chi poteva essere? In quella città, a parte le donne e i loro mariti non conosceva nessuno! Una scrollata di spalle seguì quel pensiero. Poco importava. In entrambi i casi se la sarebbe cavata, quindi perché preoccuparsi? Arrivò in poco tempo. L'abitazione era imponente e denotava un certo grado di nobiltà. Storse la bocca, divertito, alla vista di particolari come delle finestre a forma di cuore: il proprietario aveva anche cattivo gusto! Mentre un sospetto cominciava a farsi strada nella mente, bussò alla porta dell'ingresso*

Anya Dea-Anarchia GsLords Ita ‎*Il rumore dei tacchetti sul pavimento in legno si poteva sentire in tutta la casa. Con le braccia incrociate sul seno, continuava a fare avanti e indietro nel salottino, già pronto per il the. Non che gliene importasse qualcosa di un'usanza così umana, fosse stato per lei sarebbero potuti anche andare al parco a dare fuoco a qualche albero. Ah che spettacolo esaltante. Ma, nonostante fossero amici da tempo, William non condivideva la sua passione per i fuochi e il caos. Peccato. Veramente un gran peccato. Ma ora come ora era arrabbiata con lui, anzi no, non sarebbe mai potuto essere arrabbiata con lui dato che era il suo unico amico. bensì era irritata. Come si permetteva di farla aspettare in quella maniera? Ma lui non sapeva che era stata lei a chiamarlo. No, se l'avesse saputo sarebbe corso da lei. O forse no? Probabilmente l'avrebbe fatta attendere proprio perché sapeva che odiava i ritardatari. 'Maledetto bastardo', pensò con affetto. I lunghi anni trascorsi nel Tartaro l'avevano consumata. Se non ci fosse stato lui a rallegrare quelle giornate infinite e uguali l'una alle altre, sarebbe uscita di senno molto presto. Ricorda il primo incontro, quando lui l'aveva guardato con il suo sguardo bramoso, pronto a farla diventare la sua ennesima amante. Le sarebbe piaciuto, un uomo così tutte lo vorrebbero, ma nonostante la bellezza che lasciava senza fiato non sentiva nulla nello stomaco. Mai le era capitato. Le famose farfalle nello stomaco che ben poche ragazze provavano in quell'epoca dato che erano tempi di matrimoni combinati e di amori clandestini, non le aveva mai provate su se stessa. Mai, in tutta la sua esistenza. A volte si imbronciava per quello. Non era una brava ragazza e probabilmente non se lo meritava, ma non aveva mai ammazzato nessuno! Anzi no, quello l'ha fatto e ben più di una volta. Ma era la dea dell'Anarchia, e dominatrice del Caos. Non ci si poteva aspettare altro da lei. Scrollò le spalle con noncuranza. Che importava se non si era innamorata? Si divertiva lo stesso. Lo faceva da sola, certo, ma era costretta a farlo data la sua maledizione. Themis l'avrebbe pagata anche per quello, pensò con cattiveria. Nessuno poteva costringere una dea come lei, in qualcosa che non voleva. Nessuno, dannazione! Eppure quella era stata la storia della sua vita fino a quando non era scappata dalla sua prigionia. William, il suo caro amico William, il suo bastardo amico William che si faceva attendere. L'irritazione salì sempre di più fino a imporporarle le guance. La servitù le lanciava occhiate preoccupate come se avesse potuto ammazzarli tutti nel giro di un minuti. Poveri sciocchi. Nonostante fosse una donna volubile, molto volubile, non avrebbe fatto del male a nessuno in quella casa. L'accudivano e l'accontentavano in ogni suo capriccio, seppur per timore. Ma che importava? Basta che lo facevano. Un forte bussare alla porta di ingresso la ridestò dai suoi pensieri. Era arrivato. L'attesa era finita e finalmente l'avrebbe rivisto ancora. Uuuh immaginava già il divertimento di quella sera con lui. Sì, si sarebbero sicuramente divertiti insieme. Quasi corse verso la sua poltrona preferita, sedendosi per cercare la posizione che l'avrebbe fatta apparire al meglio. Una caviglia pallida fece la sua comparsa da sotto la lunga gonna. Non voleva andare a letto con lui, ma neanche lasciarlo in pace! Il mento sollevato, un sorriso arrogante in volto, attese che lui facesse la sua comparsa sulla soglia. Ehi sarebbe rimasto scandalizzato come al solito er quella visita senza chaperon, ma che importava. Pensassero pure che voleva fare cose proibite con lui a lei non importava. E neanche a lui, di certo. Il sorriso le divenne malizioso mentre lui compariva in tutta la sua statura sul vano della porta* Ciao dolcezza.

William GsLords Ita ‎*Il bastone da passeggio che portava si trascinava sul pavimento ricoperto interamente di tappeti, provocando un rumore sordo. I suoi passi erano attuti da esso, mentre si guardava intorno in quella dimora stramba, come la persona che credeva ci fosse dietro a quella richiesta. Sorrise, mentre oltrepassa la porta della camera in cui la donna lo stava aspettando. Era lei, ci avrebbe scommesso tutti i suoi averi. Determinata e presuntuosa, lo salutò con voce rauca, senza provocargli un minimo di eccitazione. O forse sì, d'altronde tutte le belle donne glielo provocavano. E lei non era da meno. Peccato che la sua amica non avesse voluto farsi qualche passo nel suo letto. Un vero peccato sul serio. Il saluto che gli rivolse avrebbe fatto trasalire per l'orrore tutte le gentildonne del tempo. Nessuno, tranne una donna che ha avuto una certa intimità con un uomo, avrebbe potuto chiamarlo con quei nomignoli. Ma per lei era come chiamarlo con il suo nome reale. Poco importava che fosse di cattivo gusto. Inoltre a lui non importava nulla delle etichette strambe che possedevano i mortali. E neanche a lei. Probabilmente era per quello che andavano così d'accordo. Oltre che per il senso dell'umorismo simile che entrambi avevano. Il maggiordomo alle sue spalle di volatilizzò in silenzio chiudendo la porta alle sue spalle. E lui sorrise, inclinando la testa da una parte per poterla guardare meglio. Non era cambiata per niente, e come avrebbe potuto essere il contrario data la sua natura? Persino su di lui, nonostante gli anni in più di lei, non si poteva notare il minimo cambiamento* Ciao bellezza. *mormorò dalla sua posizione in mezzo alla stanza, mentre un sorriso sbilenco gli segnava il bel viso. Battè la punta del bastone a terra come a suggellare quelle parole.* Immaginavo fossi tu dalla presunzione con cui mi hai mandato a chiamare *si guardò intorno nella stanza ampia, con un'espressione annoiata. Il gusto pessimo della donna, come anche il suo corpo, il suo viso, non era cambiato. I colori fin troppo vivaci probabilmente ferivano tutti i suoi visitatori. E cosa ancora più probabile, era uscito un commento di troppo dalla bocca di alcuni di loro, dato che su un mobile posto vicino alla finestra, faceva bella mostra di sè un paio di baffi, che avevano tutta l'aria di essere veri. Una risata gli proruppe dal petto, mentre tornava con lo sguardo verso di lei. Inarcò un sopracciglio, quando la sua risata si spense, in un'espressione tipicamente maliziosa e maschile.* Hai per caso cambiato idea sul venire a letto con me? E' per questo che mi hai mandato a chiamare? *Con tutta calma si avvicinò alla poltrona di fianco alla sua per afferrarle la mano che gli porgeva e baciarla delicatamente, per poi fare un inchino.* Il sorriso non era scomparso dal suo viso, anzi, si era accentuato, vedendo la sua espressione. Che spasso.* Mi sono mancate le tue cattive maniera, Anarchia. *mormorò prendendo posto di fianco a lei*

Anya Dea-Anarchia GsLords Ita ‎*Il passo sicuro dell'Immortale la fece per un attimo sorridere. Non era cambiato per niente! Le spalle larghe quasi non riuscivano ad essere contenute dalla giacca stretta, che sembrava stesse per esplodere al minimo movimento del suo corpo mastodontico. Il ticchettio dei tacchetti si era fermato. Vedere un viso conosciuto l'aveva fatta rilassare. Con lui, poteva essere quello che voleva, ovvero, essere sé stessa, difatti dentro di sé tirò un sospiro di sollievo. Finalmente. Erano secoli che non si sentiva così, probabilmente perché lui era stata la sua ancora di salvezza dalla pazzia durante tutti quegli anni di prigionia. Sì, doveva essere così. Il fatto che lui ora fosse lì con lei, poteva farla svagare* Per oggi sarai solamente il mio giocattolino. E non sessuale, come ti piacerebbe pensare. *Ne aveva sentite molte di quelle battutine durante gli anni passati in cella, fianco a fianco. Ma nessuna le aveva mai smosso nulla. Neanche ora. Gli umani, si prodigavano in vari complimenti con lei, più o meno da signori. In una società in cui le apparenze erano tutto, gli umani non sapevano tenere a freno la loro libido. A volte li odiava, a volte li amava. Ma nella loro volubilità erano simpatici. Mai come l'uomo che si trovava davanti. Per quanto irritante potesse apparire alcune volte, e molte di queste avrebbe voluto torturarlo per il semplice piacere di farlo, egli non mascherava nulla. Ah! Che ventata di aria fresca! Seguì con lo sguardo i suoi movimenti silenziosi, corrucciandosi alla sua frase sulle sue cattive maniere. Lei era una persona educata! Pensò, aggrottando la fronte. Fece spallucce quando subito dopo quel pensiero si dileguò. Non le importava nulla di quello che pensava lui, o chiunque altro. C'era stato un tempo in cui non era stato così. Un tempo in cui le parole delle persone la ferivano più di una lama di pugnale. Ma ora non era più così, il cuore le si era indurito a causa di tutte quelle persone che la giudicavano 'una facile', come la definivano loro stessi. Alcuni erano morti, altri imprigionati da Crono stesso. Mentre lei era libera, libera! E il piacere di quei fatti le provocava sempre una grande soddisfazione.* Allora, tesorino? Cosa stavi facendo quando ti ho fatto chiamare? *La fragranza femminile che si sprigionava dai suoi capelli, la fece ridacchiare. Ora aveva capito, e probabilmente nei prossimi minuti avrebbe dovuto convincerlo a raccontarle tutti i dettagli. Dettagli che non sarebbero mai arrivati, dato che non glieli raccontava mai, il bastardo. Lui era a conoscenza della sua maledizione, erano una delle poche persone a conoscenza di essa, e nonostante sapesse non la voleva accontentare. Non voleva regalarle almeno quei pochi minuti di sogni. Che strana coppia che erano: lei che non poteva concedersi senza incorrere nel suo peggiore incubo; lui che si regalava alle persone come se il suo stesso corpo non gli appartenesse. Allungandosi verso il tavolino davanti a loro, prese a teira calda e ne versò il contenuto in due tazze, che erano state il bottino di un paio d'anni prima. Le borse dell'epoca non poteva contenere una grande quantità di cose da rubare, ma nonostante ciò c'era riuscita, tenendo il tutto sotto la gonna del suo abito.*

William GsLords Ita ‎*Inarcò un sopracciglio sentendosi chiedere una cosa così personale. Per quanto fossero in intimità loro due, però, non le avrebbe rivelato assolutamente nulla. Come in passato. Tutto ciò che sapeva delle sue prodezze sessuali, le aveva viste perché costretta dato che era stata la sua vicina di cella nel Tartaro. Tacque, riservandole un'occhiata fin troppo chiara ed un sorriso derisorio che probabilmente l'avrebbe mandata su tutte le furie se l'avesse visto. Ma la donna stava versando del thè che molto probabilmente non avrebbero mai bevuto.* Allora, Anarchia, cosa sei in quest'epoca? L'amante di qualche ricco? Ah no, dimenticavo. Non puoi esserlo! *scoppiò a ridere, arrischiandosi ad afferrare una delle tazze predisposte per loro sul tavolino, ora piene del liquido caldo così di moda del tempo. Faceva schifo. Ma era durante incontri del genere che lui trovava le sue amanti. La guardò con la coda dell'occhio, cercando di intuire il motivo per il quale l'aveva mandato a chiamare. In apparenza non aveva nulla. Era sana, e non aveva nessuno appostato nei cespugli che ricercava la sua attenzione o la sua morte, come spesso era capitato negli anni passati. Voleva solo chiacchierare? Afferrando una tazzina con la mano destra se la portò alle labbra subito, però, allontanandola per poi sventolare l'indice* No, anzi! Sei un'attrice! Sei sempre stata molto brava a recitare, in fondo. *Con tranquillità cominciò a picchiettarsi sul mento con fare pensoso. Sapeva che lei non l'avrebbe preso sul serio. Quante volte l'aveva presa in giro in passato? A volte beccandosi anche delle pugnalate sulle cosce o altre torture di vario genere, ma era come lanciarsi piccoli oggetti per loro. Bé era proprio una fortuna essere immortale. se si doveva avere a che fare con delle dee come lei, un po' toccate di testa. La tazzina alla fine raggiunse la sua bocca, mentre un rumore sospetto gli fece girare la testa: due ragazze della servitù stavano ridacchiando dietro la porto della stanza.* Jane e Charlaine si stanno divertendo! *mormorò con un sorriso tornando con lo sguardo alla dea di fianco a lui.*

Anya Dea-Anarchia GsLords Ita Se avessi fatto sesso con te, avresti visto le mie capacità recitative *la battuta al vetriolo fu subito seguita da uno sbuffo, mentre con calma soffiava sulla tazzina che reggeva nelle mani. Se la portò alle labbra, non perché avesse particolarmente voglia di thé, bensì perché voleva studiarlo e vedere i cambiamenti avvenuti in lui, nel corso degli anni. Ma non trovò nulla di diverso, a parte i capelli più lunghi, così di moda a quell'epoca. Aveva sempre avuto un debole per gli uomini mori, con i capelli lunghi. Alzò le spalle, persa nei suoi pensieri. Se le circostanze fossero state diverse non ci sarebbe andata a letto in ogni caso. Frustrata oltre ogni dire, lanciò un'occhiata alla porta, da cui provenivano risatine eccitate seguite da sospiri. Un'occhiata fulminante sopra al bordo della tazzina fu tutto ciò che ottenne l'Immortale da parte sua, tornando poi ad essere la donna fintemente rilassata. Ma in quel caso non stava fingendo. Con lui si sentiva veramente in quel modo, nonostante le sue battute tristi, naturalmente.* In realtà sono la lontana cugina di un duca. *sorride maliziosa, prima di bere un sorso della bevanda. Con tranquillità la ripone sul vassoio davanti a lei.* Allora, pasticcino dolce, a cosa giochiamo oggi? *chiede con voce eccitata, sapendo benissimo che si sarebbero divertiti. Non aveva voglia di pensare, di proporre. Inoltre, nonostante siano nel pieno centro di Londra, non c'era nulla di divertente. Davvero nulla. Con le loro maniere posate ed educate, gli umani non sapevano divertirsi, nè fare divertire gli dei. Che disdetta.* Comincia a pensare. Mi sono già annoiata in questo posto. E dire che non sono qui nemmeno da un anno! *battè le irritata sul bracciolo della poltrona, provocando un leggere PUF.*

William GsLords Ita ‎*La sua battuta lo fece ridere di cuore. In fondo era mancata anche a lui quell'irritante dea, che non conosceva le buone maniere. Fece spallucce, guardandosi in giro. Aveva ragione, in quella città non c'erano divertimenti, per lei, però. Poiché lui trovava sempre da divertirsi e da fare divertire, ovviamente. Era nato per quello probabilmente, oltre che per generare varie disgrazie in giro per il mondo. Le donne al di là della porta se n'erano andate, probabilmente intimorite dal silenzio di Anya che non aveva detto nulla riguardante loro. Le avrebbe punite? Le avrebbe licenziate. Oh avrebbe trovato lui il modo per fare tornare il sorriso sui loro visi. Se fossero state belle, questo è ovvio.* Non so. Potresti dare spettacolo andando in giro nuda per Hyde Park. *sghignazza.* Ci divertiremmo entrambi e tu daresti sfogo in minima parte alla tua indole libertina. *posò anche lui la tazza, intrecciando le dita in grembo, guardandola con la testa chinata da un lato, come studiandola.* Oppure potremmo andare da Mrs. Red L. *La donna era una delle proprietarie di un bordello poco distante da dove abitava Anya. Di gran classe, "L" stava per "lips" e si poteva chiaramente intuire il motivo di quel nome. Ah che donna fantastica!La proposta era stata fatta per scherzare, sicuro in un suo rifiuto. Non sarebbe riuscita ad entrare in uno di quegli ambienti licenziosi, senza cedere alla tentazione con qualcuno. Magari con qualche ragazza della casa. Sorrise, cominciando a sognare ad occhi aperti la dea in dolce compagnia. E magari lui nel mezzo. Che spettacolo, si sarebbero divertiti tantissimo e i ricordi gli sarebbero rimasti impressi per sempre. Ovvero fino al prossimo menage. Dannatamente perfetto.*

Anya Dea-Anarchia GsLords Ita ‎*Quella faccenda di Hyde Park la intrigava parecchio. Davvero tanto! anche se l'espressione dell'uomo era chiaramente scherzosa, l'avrebbe fatto solamete per fargli vedere che aveva il coraggio di farlo. Ma in fondo lui lo sapeva, dato che la conosceva così bene. Ma la casa di Mrs. Red L.? Ce l'avrebbe fatta veramente ad entrare dentro quel luogo e rimanere solo a guardare? Certamente! Quel bastardo la stava tentando in ogni modo pur sapendo la sua maledizione! Gliel'avrebbe fatta pagare! Digrignò i denti in preda al furore cercando subito dopo di calmarsi, alzandosi e cominciando a vagare per la stanza in maniera composta, imitando alla perfezione le signorine dell'epoca.* Direi che potrebbe essere una fantastica idea di andare da Mrs. Red L. *si voltò verso di lui, incontrando i suoi occhi. Una risatina le uscì dalle labbra, mentre continuava a vagare senza meta. Si avvicinò piano a lui. Posizionandosi alle sue spalle e allungando le braccia su di lui.* Ci divertiremo tanto! *si rialzò avvcinandosi alla porta per impartire ordini alla servitù Dovevano preparare la carrozza. Si preoccupò di dire la sua destinazione e si godette l'espressione stupida e scandalizzata dei domestici in tutto il suo splendore.* Su su lavorate, o vi sbatterò in mezza alla strada! *non l'avrebbe mai fatto c'era affezionata a un po' di loro. Ma questo non lo sapevano.* E tu vestiti, dobbiamo uscire! *si girò verso il suo amico che era già in piedi vestito alla perfezione anche con la giacca che chissà come era riuscito a riprendersi.* Perfetto. Bravo, ragazzo.

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