mercoledì 23 maggio 2012

Trama Extra: Uno Sguardo... (Flash back)



Gilly Shaw GsLords Ita *Il Jet privato con cui aveva lasciato la California con destinazione Budapest era atterrato poche ore prima. Il viaggio era stato tranquillo a differenza del suo stato d'animo. Non era preoccupata del fatto che avesse lasciato l'America. Quel posto le aveva dato solo dolori e poi si trovava con Danika e lui si fidava ciecamente dell'amica. Quello che la preoccupava era quel colosso che pilotava l'aereo e che sembrava avere la fissa per i pugnali. Non avrebbe mai immaginato che da lì a poche ore si sarebbe ritrovata all'interno di una fortezza dove Reyes era solo uno dei tanti colossi che vivevano lì. Erano uno più terrificante dell'altro. Il suo patrigno era un quinto di ciascuno di loro e le aveva fatto quello che le aveva fatto. Ciascuno dei guerrieri lì presenti avrebbe potuto ucciderla tranquillamente con solo uno schiaffo. Una volta che era stata presentata a tutti loro aveva colto al volo la possibilità di nascondersi nella stanza che le era stata assegnata. Fortunatamente Danika si era accorta del suo disagio e le aveva assicurato che avrebbe cercato una sistemazione più tranquilla per lei. Ancora una volta non sapeva come avrebbe mai potuto sdebitarsi. In piena notte ancora non era riuscita a prendere sonno e dati gli incubi che l'assalivano tutte le volte forse era il caso di gioire. Ancora del tutto sveglia indossa le pantofole e decide di fare un giro di perlustrazione del luogo. Reyes le aveva detto di fare come se fosse stata a casa sua ma che p'Uno sguardo'er nessun motivo sarebbe dovuta andare ai piani inferiori della fortezza e lei non aveva nessuna intenzione di disubbidire. I lunghi corridoi formavano un labirinto inquietante e dopo essere passata per circa cinque volte dallo stesso punto riesce a raggiungere una stanza che non aveva ancora visto. Lì dentro c'era ogni ben di Dio. I suoi vecchi amici sarebbero morti d'invidia. Ogni genere di consolle e relativi videogames infatti erano collocati sulle varie mensole. Un gigantesco schermo al plasma occupava praticamente una delle pareti e delle impressionanti casse degne del più sofisticato impianto Dolby Surround completavano il tutto. Altro che cinema! Prende in considerazione l'idea di guardarsi un film e comincia a valutare la lista dei dvd che occupano un'altra parete. 'Oh Cavolo!' Inarca le sopracciglia e spalanca gli occhi appena si rende conto che in quella fila ci sono solo film porno. 'Ma in che bell'ambientino sono capitata' Pensa ritraendosi di scatto da quella parete come se quei film avessero potuto risucchiarla all'interno*

William GsLords Ita *Baldanzoso, in tutto il suo splendore si avvia verso la camera degli svaghi con un'espressione di pura soddisfazione dipinta in viso, quasi che ogni pensiero negativo non gli appartenesse minimamente. Uno slip femminile e un numero di telefono scritto con rossetto erano tutto ciò che gli serviva per vedere la giornata risplendere. Gonfio di orgoglio verso sè stesso si da mentalmente una pacca sulla spalla, afferrando da un mobiletto un nuovo gioco della playstation 3, Dante's Inferno, pronto a giocare. Gli sembrava di tornare a casa con quel gioco, anche se non si avvicinava minimamente a ciò che in realtà racchiudevano le fiamme e le urla disperate. I passi rimbombano all'interno dei corridoi, il silenzio dovrastava la struttura, interrotto soltanto dai movimenti meccanici delle telecamere di Torin che tenevano sempre tutto sotto controllo. Guardando una di quelle, il sorriso gli si allarga mentre con una mano si tira su un lembo della maglietta per fare vedere il ben di dio che si portava addosso ogni giorno. Ammiccando al demone, che era sicuro stesse guardando tutto dalla sua postazione, gli regala anche un'ottima visione del suo dito medio, per poi scomparire allo sguardo della telecamera. Ora voleva solo rilassarsi con battaglie all'ultimo sangue e fiamme familiari. Entrando nella stanza, una figura sinuosa e femminile lo sorprende. Piccola ma ben fatta la ragazza stava guardando la collezione privata di film di Paris. Era sempre stato un demone dagli ottimi gusti Promiscuità. Separati alla nascita! Sempre detto. In silenzio si avvicina ancora di più, la soglia ormai alle sue spalle. La ragazza sembra non aver udito i suoi movimenti. Fermandosi in mezzo alla stanza, incrocia le braccia, sempre tenendo il gioco in mano* Mi fa sempre piacere avere presenza femminile intorno, tesoro. Ma chi saresti? *mormora parlando ai suoi lunghi capelli castani, lucidi*

Gilly Shaw GsLords Ita *Ha ancora lo sguardo incollato sui titoli di quei film osceni quando una voce alle sue spalle la fa sobbalzare. Chiude le mani a pugno più per farsi forza che per affrontare l'uomo. E' consapevole di non avere speranze contro nessuno degli abitanti della fortezza. Si gira lentamente e i suoi occhi si focalizzano su un volto che non aveva mai visto. 'E questo chi è? Come mai prima non era presente quando le avevano presentato i guerrieri che abitavano lì?' Un pensiero inquietante si fa largo nella sua testa 'Oddio non sarà mica uno di quei cacciatori che è riuscito a entrare di soppiatto?' Deglutisce in preda al panico mentre valuta velocemente le opzioni che ha a disposizione. Cercare di aggirarlo e sperare di trovare Reyes o uno degli altri? Sconsigliabile. E' più probabile che l'afferri prima che abbia la possibilità di raggiungere la porta della stanza e poi sarebbero dolori. Affrontarlo? Se non fosse stata così spaventata avrebbe riso per quell'idea ridicola. Parlare nella speranza che qualcuno arrivi in suo soccorso? Si ecco. Danika le aveva assicurato che la fortezza era ben monitorata da uno dei Demoni. Ahhhh ecco chi poteva essere. Che sciocca a non averci pensato subito. Si tranquillizza.* Ehm ciao! Tu devi essere ... *cerca nella sua testa il nome del guerriero, ma non le viene in mente* ... ehm ... si Malattia! Giusto? *Sorride cercando di strgli lontano. L'avevano avvertita anche di non avvicinarsi troppo al guerriero. Quando era arrivata infatti lui l'aveva salutata dalle telecamere senza farsi vedere. Quel pensiero le fa morire il sorriso sulle labbra. Se lui l'aveva salutata allora sapeva benissimo chi era. Senza rendersene conto arretra di qualche passo* Dimentica quello che ho detto. Chi sei tu piuttosto? *Domanda con voce alterata. Non le piace essere spaventata. E poi il nuovo arrivato non poteva sapere che era una semplice umana. Non si giudica un nemico dalla stazza vero? Se la risposta era affermativa allora era nei guai perchè colui che le stava di fronte non aveva nulla da invidiare ai guerrieri della fortezza in quanto a muscoli*

William GsLords Ita *Divaricando le gambe la osserva da capo a piedi, quando due occhi castani lo fissano. Il tremolio del corpo denota un certo grado di panico, puro e semplice panico, cosa mai avvenuta prima. Le donne lo amavano, forse lo temevano un po' e probabilmente l'aria terrificante che si portava addosso come un profumo virile lo rendeva ancora più affascinante ai loro occhi. Sorridendo, lancia sul divano il gioco che aveva appena preso, senza perderla un attimo di vista. Una bambina, ecco la prima cosa che gli viene in mente soltanto a guardarla. Lo sguardo, però, diceva altro. Fissi, con solo un velo di paura lo guardavano, lo studiavano, incuriositi e anche un po' intimoriti dalla stazza imponente che possedeva, lo sfidavano a farsi avanti. Uno sguardo da adulta, troppo consapevole per l'età che dimostrava, ma anche uno sguardo coraggioso, pronto a combattere. Gli occhi parlavano per lei. Voleva tentare la fuga e pensava che lui glielo impedisse. E perché mai doveva scappare? Lui non voleva farle nulla. Rimanendo sempre più spiazzato dal suo sguardo diretto torna ad incrociare le braccia in un gesto spavaldo. Le labbra, tirate in un sorriso arrogante, non fanno trasparire l'irritazione* Io sono William, non Torin. William il bello, il magnifico, il sexy-Immortale-che-non-ha-rivali. *Inclina la testa da un lato, studiandola* Non mi paragonare a Malattia. Quando tocco le donne non procuro loro la morte... *lascia in sospeso la frase non volendo approfondire la cosa. Non sa perché ma gli metteva soggezione quella ragazzina.* Ora che ho detto il mio nome o uno dei tanti, potresti dirmi il tuo, bellezza *la voce è tranquilla, evita la sua voce sensuale che di solito usava per le donne.Chi l'aveva portata la? E, soprattutto, perché? Quella Fortezza stava diventando un hotel, pensa lasciando perdere il fatto che lui si era trasferito lì da poco. Con un cenno del capo, indica i DVD ordinati sullo scaffale alle spalle della ragazza. Reprimendo un ghigno, lascia perdere la faccenda dei nomi. Non gli interessava minimamente al momento* Non dovresti guardare quelle cose, sei ancora troppo piccola.

Gilly Shaw GsLords Ita *Si rilassa leggermente quando si rende conto che l'uomo non fa nulla per mostrarsi aggressivo nei suoi confronti. 'Speriamo non si tratti della quiete prima della tempesta'. Vaga con i suoi occhi su quel corpo possente alla ricerca di un eventuale punto debole come una ferita e per un istante si chiede se quello in realtà non fosse una divinità. Aveva conosciuto Anya quel giorno e le era stato detto che gli Dei erano reali quanto lo erano gli uomini. Se avesse dovuto scommettere sulla sua identità avrebbe detto senza pensarci due volte che era Apollo. Avrebbe scommeso e avrebbe perso. A quanto pareva il suo nome era William il bello, il magnifico e bla bla bla 'Mamma quante arie' Inarca un sopraciglio ascoltando come il-sexy-immortale-che-non-ha-rivali adula sè stesso. Certo, dalla sua si poteva dire che non mentiva. Non ha molti termini di paragone, ma per quello che poteva vedere era bello senza eguali. Solleva il viso per guardarlo negli occhi e troppo tardi capisce l'errore. Quasi all'istante viene rapita da quello sguardo che sembrava promettere qualsiasi tipo di piacere. Deglutisce spaventata, non per la paura che possa farle del male ma per quello che potrebbe farle desiderare in futuro. Rabbrividisce e cerca di pensare ad altro ad esempio che deve ancora rispondergli.* Mi chiamo Gillian anche se tutti mi chiamano Gilly. *Arrossisce un po'. Si sente sempre a disagio quando deve rivelare qualcosa di sè stessa. Poi le parole pronunciate da William le tuonano in testa come se le avesse gridate. 'Che cosa aveva detto?' Se possibile diventa ancora più rossa. Pensava veramente che lei volesse guardare uno di quei film? E poi perchè le interessava così tanto ciò che William pensava di lei?* No ... veramente. *comincia a balbettare del tutto imbarazzata* Volevo guardare un film, ma non avevo idea che ci fossero solo di questo genere. *'Che vergogna' e poi... un momento. I suoi occhi si riducono a due fessure quando le ultimissime quattro parole di William fanno breccia* Troppo piccola? Ma se nemmeno mi conosci *si imbroncia*

William GsLords Ita *Un sorriso ancora più ampio cerca di far capolino sul suo viso, ma lo reprime subito. La ragazzina, o meglio Gilly, se la sarebbe presa parecchio se avesse sorriso, sicuramente l'avrebbe vista come una presa in giro. Gli occhi della ragazza vagano sul suo corpo forte, trasmettendogli un brivido strano, ambiguo gli scorre addosso. Riscuotendosi quasi subito, abbandona le braccia lungo il corpo, lanciandosi poi sul divano, acchiappando il telecomando e accendendo la televisione. A quell'ora della notte davano programmi non molto interessanti, medita cominciando a fare zapping e lasciando in sospeso la sua domanda. Solo dopo un paio di minuti le risponde* Sei abbastanza piccola da non poter vedere quei film *inarca un sopracciglio guardandola, con il telecomando in mano* Bé? Che fai ancora lì? *le domanda battendo con una mano sul posto di fianco a lui. Il desiderio di conoscerla meglio non sapeva da dove fosse saltato fuori ma questo era quello che gli ronzava n mente in quel momento, vedendola lì, al centro della stanza, persa. La solitudine che emergeva da quegli occhi grandi, non gli era passata inosservata e un acuto senso di protezione lo afferra. Protezione? Non l'avrebbe offerta neanche a suo fratello! Eppure quella ragazzina, così gracile, ma con lo sguardo battagliero gli faceva venire voglia di prenderla tra le braccia e dirle "Andrà tutto bene". Che cazzo! Stare fra gli umani gli faceva più male che bene! Tornando con lo sguardo fisso sulla televisione, attende che lei si siede di fianco a lui* Ti devo conoscere meglio e fare delle ricerche accurate su di te. Potresti essere un'Esca che questi Demoni non se ne accorgerebbero neanche! *non è vero. Dopo le varie uccisioni che ci sono state all'interno del gruppo quei maledetti bastardi erano perennemente sulla difensiva con persone che non conoscevano. Naturalmente queste sono informazione che provengono da una fonte certa. Sospira in tono melodrammatico, lanciandole poi uno sguardo con la coda dell'occhio* Sei un'Esca?

Gilly Shaw GsLords Ita *'Sei abbastanza piccola da non poter vedere quei film' Trattiene a stento l'impulso di rifargli il verso ma soprattutto quasi si morde la lingua per non fargli la linguaccia. Non sa perchè ma non vuole sembrare capricciosa e 'bambina', non con questo uomo. Quando lui le chiede di raggiungerlo sul divano non sa cosa fare. Tornare nella sua stanza e trascorrere il resto della notte a rigirarsi nel letto? Tanto valeva stare con William che oltretutto le ispirava simpatia. I piedi si muovono come dotati di volontà propria e lentamente si avvicina a quel guerriero. Si lascia scivolare sulla soffice stoffa del sofà, ma stando ben attenta a non entrare in contatto con quell'uomo. Non sa perchè ma le fa uno strano effetto. Quell'aria da superiore e da narcisista... cosa non avrebbe dato per avere anche solo un quarto di quella sicurezza! Lo guarda mentre scruta il televisore e rimane incantata da quei lineamenti perfetti e da quegli occhi così magnetici. 'Quant'è bello' si ritrova a pensare, ma subito scaccia con forza quell'idea. Con quello che aveva passato ci mancava solo che prendesse una cotta e non per un tipo qualunque ma per uno di quella portata. Uno che... come aveva detto? Quando tocca le donne non le procura la morte e su questo non aveva dubbi. Il suo cervello le ordina di distogliere lo sguardo, subito, ma scopre di non riuscire a farlo e se non avesse avuto gli occhi puntati sulle sue labbra, imbambolata com'era, neppure si sarebbe accorta che le aveva appena rivolto una domanda* Ehm no, non sono un'Esca *afferma con decisione. Inoltre si chiede quale donna sana di mente si potrebbe mai mettere contro quel trionfo di muscoli e di pura forza bruta quale erano i Demoni. Se li avesse incrociati per caso e le avessero lanciato un'occhiata storta sarebbe corsa a gambe elevate urlando a squarciagola* Piuttosto tu, scusa la schiettezza, ma abiti qua? Sono arrivata oggi assieme a Danika e Reyes e non ti avevo ancora visto da queste parti?

William GsLords Ita *Lo zapping lo stava particolarmente annoiando. Neanche un programma interessante, tranne quelli per uomini che a quell'ora facevano un grande successo, ma preferiva sempre cambiare canale. Quasi il pensiero lo fece arrossire, cosa che le sue guance avevano anche solo dimenticato come si facesse. Ma l'aveva mai fatto in tutta la sua vita? In quel momento, non ricorda, concentrato com'è sulle guance della ragazze che per un attimo avevano attirato la sua attenzione. Rosse, imbarazzate e accaldate. Si era reso conto che gli occhi determinati di lei si erano concentrati con particolare cura sulle sua labbra, ma sentire quegli occhi puntati in quel modo addosso a sé, lo mette a disagio. Schiarendosi la voce, riporta lo sguardo sulla televisione che stava trasmettendo un noto programma ungherese.* Abito qua, bellezza. Non da tanto, ma qualcuno, che spero non conoscerai mai per la tua sicurezza mentale ma che purtroppo ti ritroverai costretta a conoscere, mi ha obbligato ad insediarmi qui. Almeno per un po' di tempo. Fino a quando non mi ridà una cosa che mi appartiene *Non aveva intenzione di andare a fondo su quella faccenda. Anya e i suoi capricci potevano anche andarsene all'Inferno, ma lui rivoleva il suo dannatissimo libro, per la miseria! Fa spallucce non rivolgendole neanche uno sguardo* Io e il mio fascino abbiamo portato la luce in questa Fortezza tetra. Se sarai fortunata, sentirai dal vivo i ringraziamenti di questi Demoni *Afferrando il telecomando spegne la televisione accendendo poi la Playstation 3 con uno dei due joystick posti sul tavolino di fronte al divano* Vuoi giocare? *mormora prima di lanciare l'aggeggio dietro di sé, nella sua direzione. Non guarda dove potesse andare a finire quel coso. Non gli importava minimamente. Quella ragazzina aveva bisogno di divertimento e lui gliel'avrebbe dato. Per di più non aveva nulla da fare al momento, di conseguenza che male avrebbe fatto passare del tempo con lei? Nessuno l'aveva avvisato per la visita, o piuttosto della nuova coinquilina che si era insidiata alla Fortezza? Gravemente offeso, si ripromette che avrebbero pagato per quell'affronto. 'Appunto: vendicarsi sui demoni' Prendendo mentalmente nota, si volta verso di lei, per vedere a che punto fossero i preparativi per le prossime due orette*

Gilly Shaw GsLords Ita *Lo guarda di traverso mentre le spiega il motivo che lo ha spinto a trasferirsi a Budapest e si chiede mentalmente chi possa essere questa persona che avrebbe dovuto evitare di conoscere per 'la sua sicurezza mentale'. Non che dovesse preoccuparsi molto per quello. La sua sicurezza mentale come quella fisica le avevano fatto ciao ciao con la manina già da tempo. Sospira reprimendo ricordi poco piacevoli che non voleva prendessero il sopravvento e sentirlo osannare il suo aspetto era un vero toccasana. La sua voce era capace di catturarla, di portarla via da sentieri più oscuri. Afferra al volo il joystick e se lo rigira tra le mani. Adesso sarebbero cominciate le risate. Non aveva mai giocato con i videogiochi. Prima che sua madre si sposasse quel verme non aveva mai avuto quel tipo di consolle e anche dopo non aveva mai avuto molta voglia di giocarci dato che il facoltoso chirurgo gliene aveva regalata una, una versione più vecchia di quella che possedevano alla fortezza, solo per comprare il suo consenso a certi giochetti. Che gioia aveva provato a fracassare quel costoso oggetto a terra di fronte a lui. Sentire il rumore di quella plastica dura che si spaccava in mille pezzi era stato liberatorio. Se pensava di comprarla aveva fatto male i suoi conti e con quel gesto gli aveva fatto capire chiaramente qual'era la sua posizione. Purtroppo non era servito a farlo desistere dalle sue schifose inclinazioni. Scote la testa scacciando quei pensieri e torna a concentrarsi su William* Mi piacerebbe moltissimo giocare si, però devo metterti in guardia.. Devi spiegarmi tutto. Non ho mai neppure tenuto in mano un joystick. *Abbassa lo sguardo sopraffatta da un'ondata di vergogna. Chissà cos'avrebbe pensato di lei. Al giorno d'oggi i ragazzi crescevano con quel genere di intrattenimento. Il fatto che lei non sapesse neppure come accendere una consolle era indice di quanto fosse diversa dagli altri suoi coetanei. Da quando era scappata di casa aveva vissuto alla giornata, specialmente nei primi giorni quando ancora doveva organizzarsi. E dopo, bhè, tra il lavoro e gli allenamenti di autodifesa arrivava a casa letteralmente distrutta e il suo unico pensiero era andare a dormire. E anche se non fosse stata così stanca non poteva permettersi quei giochi così costosi.* Se non hai voglia di spiegarmi come si gioca, non fa niente. *Non voleva essere una seccatura* Posso guardare te, sempre se non è un problema *si affretta ad aggiungere sempre colma di vergogna*

William GsLords Ita *I pensieri si susseguono negli occhi della ragazza con poca chiarezza. Percepisce con ogni fibra del suo essere la sua esitazione, la sua voglia di giocare, di mettersi in gioco, ma è titubante nel farlo. Il joystick atterra tra le sue mani, guardandolo sembra non averne mai visto uno o che in apparenza ci sia sempre stata lontana da quel genere di giochi. Che strana ragazza. Di sottecchi la osserva sempre più incuriosito mentre un'ondata di inquietudine gli si abbatte addosso. La strana sensazione che ha nel guardarla, nello studiarla con così tanta attenzione gli fa capire che qualcosa non quadrava, nella vita della ragazzina. Il lampo di incertezza e di tristezza passato per un attimo non gli fa capire molto, anzi, proprio nulla. Facendo spallucce si volta, dando il via al gioco cominciando poi a spiegarle le regole e come si giocasse. Il fatto che lei avesse quell'espressione tra l'incerto e il vergognoso non lo ferma, e non le risponde neanche quando gli dice che può anche soltanto guardare* Ragazzina, questo è il tuo battesimo del fuoco con la play. Apri le orecchie e ascoltami *mormora prendendo il joystyck tra le mani, sporgendosi in avanti sul divano con i gomiti appoggiati sulle ginocchia divaricate. Presto o tardi si sarebbe fatto raccontare cosa era accaduto a quella ragazza. Da Danika e non perché gli interessasse particolarmente, bensì perché la sofferenza e la rabbia che nascondeva così bene non era passata inosservata ai suoi occhi. Riscuotendosi e ripromettendosi una chiacchierata con l'Occhio, comincia a spiegarle tranquillamente le regole e come usare l'arnese che teneva in mano. Paziente e calmo le spiega rispondendo anche alle sue domande. Costretto ad avvicinarsi e teso, stranamente dato che non aveva mai avuta nessuna rimostranza nell'avvicinarsi ad una donna, mette una mano sulle sue per farle vedere come muoversi meglio, avvicinandosi un po'. L'odore di lei gli sale al naso, e lui si stacca quasi di scatto da lei, cercando di dare meno nell'occhio possibile. Grattandosi infastidito il naso, la fulmina con lo sguardo mentre lei è concentrata sul joystyck, con la testa chinata in avanti. I capelli lucidi castani le ricadono davanti agli occhi non facendole vedere quello sguardo. Riprendendosi quasi subito, sospira, indicando lo schermo* Allora? hai capito tutto?

Gilly Shaw GsLords Ita *Segue attentamente le parole di William spostando ti tanto in tanto lo sguardo da lui al joistick tra le sue mani. Comincia a muovere la morbida manopolina a sinistra con cui avrebbe determinato gli spostamenti del personaggio principale del gioco, Dante. Certo che chi inventava quei giochi amava le cose complicate. Lei avrebbe usato le frecce: destra, sinistra, sù e giù, ma evidentemente non era un programmatore. Sospira sperando di non combinare guai durante il gioco.* 'Battesimo di fuoco con la play' Mi piace! Suona bene! *Gli sorride di colpo trovando una certa affinità con quel tipo, gli consegna il joistick pronta ad affrontare 'l'inferno' ma il suo entusiasmo dura ben poco dato che dopo dieci minuti di spiegazioni ancora c'aveva capito poco e nulla. Decide quindi di mettere da parte la sua timidezza e comincia a rivolgergli alcune domande per fare luce sui suoi dubbi. Rprende titubante il joistick in mano e quando sente le mani calde e salde di William sulle sue il suo primo impulso è quello di gettare tutto a terra, ritirarsi di scatto da lui, alzarsi e andarsene più velocemente che poteva. Resiste a quell'impulso più per educazione che per altro, ma non appena lo sente ritrarsi da lei quasi si pente di non averlo seguito. Chiaro, chi mai voleva stare accanto a una come lei. Si stringe nelle spalle cercando di rimpicciolire il più possibile. Fissa i suoi occhi sullo schermo della tv imponendosi di non guardarlo. Che imbarazzo! Per fortuna i capelli le cadono a coprirle il volto* Si si capito tutto *dice più rigidamente di quanto avesse voluto. Guarda attentamente il filmato con cui veniva introdotta la storia e nemmeno a dirlo, ma tutto quel sangue provocato da Dante durante le crociate, le piace. Tutti i nemici di Dante assumono le sembrianze del suo patrigno e subito sente il desiderio di provocare anche lei quelle ferite, di colpire a destra e a sinistra. Senza rendersene conto si ritrova a combattere con niente di meno che la Morte in persona per il possessso della falce* Forte questo gioco! *Non riesce a staccare gli occhi dallo schermo. Le sue mani sciovolano rapide sui cursori, le sue dita colpiscono i tasti così velocemente come sono gli attacchi che il protagonista sferra al suo nemico. Lei per prima è incredula, ma in men che non si dica ha battuto la Morte. Senza rendersene conto si gira verso William sorridendo e alza la mano per battere cinque*

William GsLords Ita *Appoggiandosi all'indietro allungò un braccio sullo schienale del divano, osservando con attenzione tutto lo spargimento di sangue riprodotto sullo schermo piatto in una posa rilassata. Il fatto che la ragazzina fosse così accanita contro i nemici del protagonisti diceva molto su di lei. Sanguinaria? No se la figurava affatto così, con la sua paura insita negli occhi. Ma il coraggio dietro essa, parlava chiaro. Entrambe le cose lo facevano sentire orgoglioso di quella piccola donna. Paura e coraggio andava per mano nelle battaglie. Il silenzio pervase la stanza interrotto soltanto dai suoni prodotti dal gioco, e dal rumore delle dita di lei sui tasti del joystick che sembrava chiedere pietà. Avrebbero dovuto cambiarlo, ma tanto pagava Torin, di problemi, quindi, non se ne ponevano* Mi piace questo tuo accanimento * mormora ridacchiando giocoso, lanciandole uno sguardo sbieco. Concentrata e con gli occhi fissi sul gioco aveva l'aria di una bambina il giorno di Natale. Non gli era sfuggito il momento di imbarazzo che seguì lo sfiorarsi delle loro mani, ma dannazione non poteva fingere meglio? In quel momento aveva sentito nello stomaco una strana sensazione, il calore di lei l'aveva scosso. I suoni di morte e di vittoria di Dante pervasero la stanza quando lei si voltò verso di lui sorridendo. 'Oh Cristo' si rendeva conto di non dover pensare a quel nome ma quello fu il suo unico pensiero coerente vedendola così soddisfatta della vittoria. Le guance pervase di rossore quasi avesse corso una maratona, anziché mosso soltanto le dita sul joystick, le donavano particolarmente, regalandole un'aria giocosa e birichina allo stesso tempo. Birichina? Lo stavano influenzando le strane compagnie che frequentava nell'ultimo periodo, dannazione! Era tutto un tornare con i piedi per terra, in quelle due orette. Il fatto di fare da baby sitter non gli era mai capitato e non gli andava a genio. Crucciandosi a quel pensiero non rispose al sorriso, troppo pensiero. Emise soltanto un borbottio indistinto complimentandosi con lei* Discretamente brava, sì. *disse dopo essersi schiarito la voce per l'ennesimo volta. Di quel passo avrebbe avuto la gola arrossata. Come se fosse stato possibile, poi*

Gilly Shaw GsLords Ita ‎*Abbassa immediatamente la mano quando si rende conto che William non aveva nessuna intenzione di ricambiare il cinque. Mamma mia quel tipo la faceva sentire strana. Un secondo prima la faceva sentire bene, euforica e come se fosse piacevole la sua compagnia, mentre un secondo dopo la faceva sentire come se fosse di troppo. Come se fosse un'estranea e di ciò non avrebbe neppure dovuto meravigliarsi dato che effettivamente erano due estranei, però dopo un primo momento in sua compagnia aveva cominciato a trovarsi a suo agio e considerando il suo carattere non era una cosa di poco conto.* Bhè grazie. Ma penso sia solo la tipica fortuna dei principianti *dice senza troppo entusiasmo e anche piuttosto freddamente. La sua bocca era una linea retta e i suoi denti serrati. Se non voleva essere avvicinato, per lei non c'erano problemi. Anzi.. 'Non dare confidenza a nessuno' una vocina le stava sussurrando all'orecchio. 'Al mondo non puoi fidarti di nessuno' e lei avrebbe fatto meglio a ricordarsene. 'Se dai la possibilità a qualcuno di avvicinarti gli dai anche la possibilità di ferirti'. E lei aveva imparato ormai da tempo quella lezione... l'aveva imparato nel peggiore dei modi. Tradita dalla sua stessa madre era stata costretta ad allontanarsi da casa e a vivere pensando solo a come mettere un tetto sopra la sua testa. Travolta da quei pensieri si appoggia allo schienale del divano, piega le ginocchia al petto e le abbraccia rannicchiandosi. Il freddo aveva cominciato a farsi strada sulla sua pelle e così facendo tentava di trattenere quel poco calore corporeo che le era rimasto. Un tonfo sordo la riporta alla realtà facendola sussultare. Il suo sguardo si abbassa sul tappeto persiano di fronte al divano dove il joistick giaceva immobile.* Scusa mi dispiace *lo raccoglie lentamente e comincia a muovere i tasti per controllare che la caduta non l'avesse danneggiato. Una volta sicura della sua funzinalità lo porge a William senza neppure guardalo* Continua te la partita. Non voglio monopolizzare la consolle. Dopotutto l'idea di giocare è stata tua *Cerca di sorridere ma ormai il suo buonumore è andato a farsi una passeggiata lontano dalla fortezza. Riabbraccia le sue gambe e fissa lo schermo pronta a godersi lo spettacolo*

William GsLords Ita ‎*Il cruccio sul viso della ragazzina lo lasciò sconcertato per un momento. Cos'era successo ora? Titubante la osservò persa nei suoi pensieri, in quel momento dimostrava più della sua età, non sa perché ma le emozioni che si abbattono su di lei le percepisce persino lui. Pensieri neri e cupi, stavano aleggiando nella sua testolina, portandola chissà dove indietro nel tempo. Un fidanzatino che l'aveva fatta soffrire? Possibile, a quell'età! Ma nonostante la sofferenza che percepì da lei, se pur molta nascosta dalla rabbia, rimane basito. Sensazioni strane, negative, la stavano portando via, facendola estraniare da quel momento di gioco. Con una scrollata di spalle liquida la faccenda. Donne, chi le capisce è bravo. Aveva sempre avuto la presunzione davanti agli altri di comprenderle nei loro bisogni. Era vero. Ma in quanto a emotività ne rimaneva ben alla larga, se pur in passato si era ritrovato spesso a porgere la propria spalla per piangere. Sempre per secondi fini naturalmente. Ora no, anche perché non era una donna! Ma solamente una bambina. Gli veniva solamente voglia di avvicinarsi a lei e batterle una mano sulla spalla, assicurandole che sarebbe andato tutto bene, per poi chiudere lì la faccenda. Puah, cosa gli stava succedendo? Spaventato da sè stesso per quella debolezza fatta di sentimenti, si allontana fisicamente da lei di un poco, guardando il joystick cadere dalle sue mani. Non gliene importava un fico secco di quell'arnese in tutta sincerità, ma il fatto che l'avesse fatto cadere dimostrava che la sua mente non fosse più lì con lui. Stando ben attento a non chiederle nulla, a non chiederle cosa le avesse fatto cambiare in modo così repentino umore, la guardò inarcando un sopracciglio mentre testava se funzionasse ancora. Anche se l'avesse fatto volare dalla finestra non gliene sarebbe importato nulla. Lo afferrò nel momento in cui glielo porse, spinto da lei stessa a giocare al posto suo. Le scene si susseguirono l'una dietro l'altra senza troppi intoppi. Era sempre stato bravo in quei giochi, come in tutto del resto. Qualche volta aveva addirittura sfidato Sconfitta fino a notte fonda, solo per il gusto di vederlo incazzarsi e poi insultarlo quando vinceva senza neanche troppo sforzo. Il dolore che veniva dopo al demone era solo un piccolo spettacolo noioso a cui doveva assistere per ripagarlo, della sua sconfitta. Una specie di penitenza volontaria, per così dire.*

Gilly Shaw GsLords Ita ‎*Sempre con le braccia intorno alle gambe, appoggia il mento sulle ginocchia e continua a fissare lo schermo senza però vederlo realmente. ormai i pensieri cupi con cui conviveva da un paio di anni avevano preso completamente possesso della sua mente e la magica di quell'incontro, se mai c'era stata, era svanita come una bolla di sapone fatta scoppiare dalle paffute dita di un bambino curioso. Guarda Dante che, con movimenti aggraziati, si fa strada tra i gironi dell'inferno e nel vedere quelle creature così mostruose si chiede come siano in realtà i demoni ospitati dai guerrieri che abitavano quella fortezza. Spera che quelle immagini non siano lo specchio di ciò che albergava intorno a lei. 'Perfetto! Già non aveva per niente sonno. Con quei mostri che si muovevano di fronte ai suoi occhi e che tentavano di squarciare l'eroe non si sarebbe più addormentata per almeno una settimana. Si volta a guardare William e ben presto si ritrova incantata a fissare le sue lunghe ciglia nere che incorniciano quegli occhi che erano già stupendi per conto loro senza bisogno che madre natura li dotasse di quelle ali di corvo in miniatura a risaltarli. Muove impercettibilmente la mano verso di lui, come se la sua pelle avesse gettato un incantesimo sulle sue dita e stesse gridando loro 'toccami'. Scuote la testa orripilata. 'Ma sei impazzita?'. Non capisce che cosa le sta succedendo. Non si era mai sentita in quel modo. Sente l'inspiegabile desiderio che lui la guardi ma allo stesso tempo la parte timida che è in lei non vuole le sue attenzioni. Aggrotta la fronte cercando di ritrovare la lucidità ma l'unica cosa che riesce a pensare è che deve allontanarsi da lui e da tutte quelle emozioni contrastanti che le provoca. Facendo finta di sgranchirsi le gambe le allunga di fronte a sè per poi appoggiare i piedi a terra.* Credo di doverti salutare! *dice allegramente tentando di nascondere quanto si vergognasse. 'Poteva accorgersi delle farfalle che stavano ballando all'altezza del suo stomaco?'* Il viaggio di oggi è stato stancante e il jet lag comincia a farsi sentire. *quella era una bugia bella e buona ma dirgli la verità era escluso. Di fronte alla sua espressione perplessa - perfetto adesso l'avrebbe presa di sicuro per pazza - si avvia a passo sicuro verso la porta della stanza.* Ti auguro una buona notte William. Mi ha fatto molto piacere conoscerti e trascorrere questo tempo con te *'Ma cosa diavolo stava dicendo? 'Brava Gilly! Continua così e sei pronta per un altro colloquio di lavoro' Senza aggiungere altro e senza attendere una risposta dall'immortale esce dalla sala degli svaghi. Il più velocemente possibile, ovvero per quanto le sue gambe tremanti le permettessero, raggiunge la sua camera da letto e si blinda al suo interno con i suoi pensieri che ancora vagano sull'affscinante immortale.*

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