domenica 18 novembre 2012

Flashback - "L'oro degli sciocchi..."

*Invisibile tra la gente, Olivia eseguiva il suo lavoro, in quella calma spirituale tipica del suo essere. Lunghi, i capelli castani scendevano sulle bianche spalle, gli occhioni di quell'intenso azzurro cielo, guizzavano quà e la alla ricerca della prossima creatura che avrebbe goduto delle sue confortanti e dolci parole. Amava il suo lavoro, amava essere portatrice di gioia a coloro che ne avevano bisogno, bisbigliare al loro orecchio, invisibile e candida, quelle tenere parole delicate e dolci, atte a far rinvigorire lo spirito, di passaggio sulla terra degli umani. In quel momento, individuò colei che avrebbe usufruito dei suoi benefici. Una giovane donna, con in testa tanti, troppi pensieri tristi, Olivia doveva cancellarli. Leggera come la brezza estiva, si era fatta strada tra la gente che affollava le strade e si era avvicinata a lei, camminandole al fianco nella sua celata protezione angelica, etera e impalpabile come una nuvola; le labbra leggerissime si erano avvicinate all'orecchio della donna e Olivia, col suono armonioso della sua voce, come se quella provenisse dal profondo della coscienza dell'umana, cominciò a sussurrare le parole più gradevoli e confortanti che era riuscita a trovare. Non ci volle molto per vedere il sorriso comparire sul volto della ragazza. Quella era sempre la soddisfazione più grande, i sorrisi della gente, il sapere che faceva bene il suo lavoro e che portava a termine ogni piccolo compito che la sua natura pura e amabile le imponeva. Dopo molte celesti parole di gioia, a questa o quell'altra creatura che camminava ignara della sua presenza, l'Angelo si era concesso un pò di meritato riposo. Sbattendo le candide ali, si era diretta sulla sommità di un alto palazzo, sedendosi sul tetto e godendo del venticello che le scompigliava i capelli, pensando al momento in cui sarebbe tornata a casa, alla sua dimora nei cieli, per poter riposare davvero come si deve. E fu allora che si accorse di un piccolo scintillio dorato nelle proprie ali. Perplessa aggrottò le sopracciglia dalla linea arcuata ed esaminò l'ala, scoprendo in un misto tra sorpresa e delusione, che sulle sue ali stavano spuntando moltissime piume dorate, le piume dei Guerrieri.* Oh.... *fu quello, il solo timido sussurro che Olivia riuscì a pronunciare, com'era possibile?? Molti dei suoi simili avrebbero pagato per essere al suo posto e lei... lei quasi non lo voleva. Si grattò la nuca incerta, adesso che avrebbe fatto? Forse poteva chiedere aiuto al caro Lysander, il suo mentore, ma era ovvio che le avrebbe detto di accettare il volere dell'Unico Vero Dio e proseguire nel suo cammino. Ma se era vero che le piume dorate avrebbero elevato il suo rango angelico a quello di Guerriero, era pur vero che in quel modo, non avrebbe più avuto il privilegio di portare la serenità nel cuore degli esseri umani e quel compito le piaceva tanto, troppo. Le piaceva stare al suo posto, nella prima classe angelica, la più semplice, quella dei portatori di Gioia. I Guerrieri non le andavano troppo a genio, lo trovava quasi sciocco, fare il Guerriero significava punire e distruggere, per volere di Dio e dell'Alto Consiglio, i demoni e lei, per quanto quelli potessero meritarlo, rabbrividiva all'idea di alzare anche solo un dito, per far del male ad una qualsiasi creatura. Per la prima volta nella sua lunga esistenza era incerta, incerta davvero. A lei quell'oro non piaceva, lei non voleva far del male a nessuno...... Con un lungo sospiro, si accorse che ormai il sole volgeva al tramonto. Forse era meglio tornare nei cieli... già, era meglio. Si alzò e spiccò il volo, mordicchiandosi il labbro. Chissà adesso quali compiti le avrebbero affidato......*

Trama The Darkest Craving: Le Porte dell'Inferno



Kane Disastro GsLords Ita: Si svegliò di soprassalto mettendosi a sede.Cosa diavolo era successo ? Il panico l'investì al ricordo dei massi che cadevano sopra di lui.No loro. Con la vista ancora annebbiata vide William , riverso per terra,sanguinante e privo di sensi. Aprì la bocca per chiamarlo,ma non ne uscì alcun suono. Si guardò in torno rendendosi conto che si trovava dentro una gabbia. L'odore acre dello zolfo e di marciò l'investi quasi da soffocarlo.Prese un gran bel respiro cercando di calmare il mondo che gli girava in torno. Chiuse gli occhi sentendo la gabbia muoversi, subito dopo li riaprì rendendosi conto che,stavano scendendo sempre più giù.Questo significava solo una cosa.Lo stavano portando all'inferno. Disastro dentro di lui rideva ruggendo di piacere.Mostri alati e demoni squamosi gli si avvicinarono.Una mano con lunghi artigli gli si avvicinò minacciosa,prima che potesse fare qualsiasi cosa gli artigli gli squarciarono una guancia,facendolo scivolare nuovamente nell'oblio.

Trama the Darkest Craving: La Fine?



Kane Disastro GsLords Ita: *Dov'era finito ? Cosa diavolo stava succedendo ?Stava fluttuando . Un attimo dopo aver formato quel pensiero, sentì qualcosa di freddo premergli sul torace. Voci sconosciute gli ronzavano intorno.Dove cazzo era finito ? Qualcosa di aguzzo gli trafisse la spalla e la mente andò fuori controllo.Sentiva il suo Demone staccarsi lentamente da lui.*No!!* urlò nella sua mente.*Disastro * cercò di chiamarlo senza nessun risultato .BEEP, BEEP, BEEP. Quel suono lento e ritmico si mescolava con un rumore di passi veloci e respiri ansanti .No.Non poteva finire cosi.Sentì la pelle bruciargli come se lo avesse marchiato a fuoco. Si sentiva come un pugile che ha perso l'incontro più importante della sua carriera.E per giunta il suo demone adorava quella situazione catastrofica e ridacchiava tutto il tempo nella sua testa.Si era addormentato dolorante e intontito da qualche droga, uno stato che aveva sperimentato spesso negli ultimi... giorni? Settimane? Quanto tempo era passato ? E dov'era finito William ? Con tutte quelle domande si riaddormentò nuovamente*

sabato 17 novembre 2012

L'irruzione all'Istituto - Trama: Wicked Nights


Zacharel GsAngels Ita *Immerso nei propri pensieri perde contatto con la realtà, una voce mascolina lo riporta a galla salvandolo da un mare di ricordi dolorosi. Thane GsAngels Ita, era in piedi accanto a lui pronto ad entrare in azione. Non si era opposto alla “promozione” dell’angelo nonostante il suo atteggiamento, il fatto era che Thane era il migliore tra i soldati a sua disposizione, il migliore tra un’armata di guerrieri che avevano messo alla prova la pazienza del loro Dio. Avevano infranto leggi, oltrepassato il limite ed infangato la loro reputazione, era un miracolo che avessero ancora le ali. Era un miracolo che riuscisse a sopportarli* Si Thane, ti stavo ascoltando *risponde senza scomporsi* Cosa ti porta da me?

Thane GsAngels Ita *Qualcosa stava distraendo il suo generale, ma non riusciva a capire che cosa fosse. Il semplice fatto di essere ignorato mentre parlava lo faceva irritare ma spesso accadeva che l’essere freddo e duro di fronte a lui, si perdesse nei suoi pensieri, escludendo il mondo.* Chiedo perdono se ti ho in qualche modo annoiato con le mie parole. *Disse mentre gli occhi erano fissi in quelli ghiaccio del suo capo. Le ali sbattevano, calme, ma dentro Thane si sentiva pronto più che mai alla battaglia. Voleva combattere e distruggere il male. Lo percepiva con ogni fibra del suo essere dentro quel manicomio. Erano tutti pronti alla battaglia. Tranne il loro capo, a quanto pareva.*

Zacharel GsAngels Ita *Notando l’impazienza del suo secondo in comando alza una mano come per zittirlo* Attenderete il mio segnale prima di fare irruzione, lo attenderete tutti *dice imperioso non volendo sentire repliche. Gli angeli ai suoi ordini avrebbero dovuto ubbidire a tale direttiva, disubbidire avrebbe significato essere punti. Ormai quel temine gli era famigliare. Da quando era stato designato a capo di quell’esercito, gli errori dei suoi sottoposti si riversavano su di lui, doveva farsi carico delle loro azioni. Veniva punito al loro posto. La tempesta di neve che si abbatteva sulle sue ali ne era la prova. Era la prova anche dei suoi stessi peccati. Il fatto che le sue azioni fossero in nome della vendetta non era stata una scusante.Nella ferocia di tale sentimento aveva ferito ed ucciso anche chi aveva giurato di proteggere, ora stava scontando la sua colpa ed era costretto a scontare anche quella degli altri. Così aveva deciso il suo Dio, questo era il suo modo per insegnarli la Compassione*

Thane GsAngels Ita Come vuoi tu, Maestà. *La consapevolezza che quel titolo gli avrebbe dato piuttosto fastidio gli diede una grande soddisfazione. Rimase a fissarlo per un po’, così, tanto perché voleva vederlo perdersi ancora. E infatti successe di nuovo, nonostante ad un soldato che non lo conoscesse sembrasse semplicemente concentrato. Gli voltò le spalle poco dopo. Doveva raggiungere gli altri, poco distanti da loro, per avvisarli che l’attacco non era ancora pronto. Sbuffò mentalmente. Fuori non dava a vedere niente. E probabilmente era per quello così simile a Zacharel. Sicuramente non per la sua attività sessuale, dato che, a quanto ne sapeva, quella del generale era piuttosto inesistente. Scrollò le spalle. La tensione cominciava a fargli irrigidire i muscoli. Borbottando si avvicinò agli altri per comunicare gli ordini*

Zacharel GsAngels Ita Thane *lo chiama* Di a Bjorn di posizionarsi sul tetto più alto, dovrà catturare un demone. Questa volta preferibilmente vivo *ordina senza possibilità di obiezione* E nessun umano dovrà essere ferito. Neanche uno. *scandisce il suo ordine. L'ultima volta, L'Unico e Vero Dio , lo aveva punito per la cattiva condotta dei suoi sottoposti. Quale loro comandante doveva farsi carico, non solo della loro sorte, ma doveva anche pagare il prezzo dei loro errori. La neve che gli cadeva incessantemente sulle ali ne era la prova. Si volta a guardare il suo secondo in comando per assicurarsi di essere stato udito* Preparatevi!

Thane GsAngels Ita *Stava tornando dagli altri quando Zacharel lo richiamò. Nella sua voce non si percepiva alcuna emozione, se non una certa irritazione nei confronti di Bjorn per ciò che aveva fatto in passato. Poco importava. Si voltò e tornò indietro. Ogni desiderio di Zacharel era un ordine per lui, pensò con sarcasmo. Ma era il suo comandante. Come lui, era un gran soldato. Si posizionò di fianco a lui, dandogli modo di finire il suo ennesimo ordine. Gli altri avrebbero capito il segnale, pensò. I Guerrieri avrebbero capito che dovevano partire al segnale del loro comandante.* Come vuoi tu, Maestà. *ripetè. Il sorriso che gli stava per nascere in viso morì subito. Non avrebbe sorriso. No. I muscoli erano tesi e lui, come tutti gli altri, non vedeva l’ora di combattere. Le ali fremmettero, come il resto del corpo.* Gli altri sono pronti.

Zacharel GsAngels Ita *scruta lo spazio tra loro e l'istituto prima di richiamare la sua spada di fuoco* procedete. Thane, ero serio quando dicevo che nessun male dovrà essere fatto agli umani. Anche se questi dovessero essere posseduti *con questo lo congeda pronto alla battaglia* Thane GsAngels Ita *Annuì. Finalmente potevano combattere. Finalmente! Si lanciò a peso morto spiegando poi le ali. Non gli importava più di tanto degli umani. Erano deboli. La maggior parte delle volte malvagi. Ma se Zacharel voleva ciò, l’avrebbe accettato. Erano suoi ordini, in fondo. L’aria gli pizzicava la pelle. Le ali cominciarono a battere, fendendo l’aria. E lui chiuse gli occhi, godendo come non mai di quella libertà riservata solo a loro. Gli Angeli. L’Istituto era poco lontano, quindi non ci mise molto a raggiungerlo. Toccò con i piedi a terra e attese gli altri. Finalmente , ripetè, mentre un sorriso soddisfatto gli sfiorava il viso.*

Annabelle Miller GsAngels Ita *L’Inferno probabilmente aveva le pareti dello stesso colore di quella stanza. E un lettino identico. E probabilmente l’aria che respirava aveva lo stesso odore di quel luogo. Ormai vaneggiava. Le ‘medicine’, come le chiamava il dottor Fiztpervert, come lo chiamava lei, le annebbiavano la mente, più che farla rinsavire. Ogni giorno era così. Gli incubi, i demoni che vedeva, probabilmente erano dati da quelle droghe che le facevano prendere ogni giorno. Il dottore davanti a lei intanto la rimirava. Di quello ne era ben consapevole. Girava attorno al suo lettino, guardandola, fissandola. Continuava da un po’ la cosa. Da un tempo infinito a cui non voleva neanche pensare.* Credo di essere guarita. *mormorò piano, voltando la testa per guardarlo.* Credo di essere guarita, ripetè, per farsi sentire meglio. La voce era arrochita. Non parlava mai molto, se non con gli altri coinquilini dell’Istituto dei suoi demoni personali, cosa che capitava solo un’ora o due al giorno. Alcuni le credevano. Altri credevano soltanto che facesse bene a stare lì con loro.*

Doc Fiztpatrick GsAngels Ita *Ogni volta che la vedeva la sua bellezza lo lasciava sconvolto. Era una di quelle bellezze pure,candide..quelle che che meritavano di essere ammirate da pochi,o forse da nessuno tranne lui. Era quasi un peccato dover imbottire di farmaci quella splendida ragazza,ma d'altronde non aveva alternativa..doveva studiarla se voleva aiutarla a guarire,e poi averla tutta per sè come era nei piani.* Mia cara stabilirò io quando sarai guarita..Sono un'esperto in queste cose,ricordi? *mormora sorridendo mentre si avvicina a lei per potersi torturare con il suo dolce profumo. Era così difficile starle lontano e adempiere ai suoi doveri di dottore che ogni volta che poteva andava da lei,la fissava e la toccava..soprattutto quando non era intontita dalle droghe che le somministrava,perchè in quei casi sfoggiava il suo bel caratterino pungente,particolare che lui adorava.*

Annabelle Miller GsAngels Ita *La bile le salì alla gola. Cercò di trattenere il disgusto ma non ce la fece. Era visibile sul suo viso, lo sapeva. Strinse i pugni. La voglia di tirargli un pugno ben assestato stava cavalcando in lei, inoltre l’espressione sul suo viso le faceva sempre di più rivoltare lo stomaco, ma sentiva le membra pesanti, come se sollevare anche solo il braccio dovesse essere uno sforzo sovrumano. Lo guardò e rimase immobile, in silenzio. Sapeva che gli avrebbe fatto saltare i nervi. Questo era il prezzo dell’umiliazione che le aveva fatto provare sin da quando aveva messo piede in quel luogo. Non disse nulla, semplicemente rimase a fissarlo inespressiva mentre dentro si faceva sempre più buio.*

Doc Fitzpatrick GsAngels Ita *La bella ragazza davanti a lui era furiosa finalmente. Oh sì,lo vedeva da come stringeva i pugni cavolo! Sapeva con esattezza che stava provando a muoversi e che non riusciva,cosa che a lui dava una certa soddisfazione. Ormai aveva imparato a ignorare il disgusto che il suo bel viso gli mostrava,perchè l'eccitazione dovuta all'essere riuscito ad addomesticarla era più forte di qualsiasi cosa. Si sentiva come un cacciatore,e lei era la sua preda squisita. Una pantera pericolosa e sexy,che lui sapeva come addolcire.* Suvvia non fare così..*con una mano le accarezza piano i capelli,con una lentezza esasperante.* Tra poco ti inietterò un'altra dose sai? Non mi piace vederti così,ma ahimè devo essere cauto. Non voglio correre rischi quando metterò in atto il mio piano,deve essere tutto perfetto. *ghigna pregustando il momento in cui le avrebbe tolto di dosso quell'orrendo camice,che lei volesse o meno.*

Annabelle Miller GsAngels Ita *Oh sì, perfetto. Davvero, davvero perfetto. Le mani legate non le permettevano di fare nulla, inoltre era sedata come non mai, e voleva iniettarle un’altra dose? Le sembrava un po’ eccessivo, ma poco tempo prima aveva provocato un gran caos all’interno della struttura, di conseguenza, secondo la sua logica, probabilmente aveva senso. Inoltre, il fattaccio capitato con l’infermiera, l’aveva messa con tutta probabilità sulla sua lista nera. Se lo meritava la sgualdrina, lei voleva solo proteggersi. Gli ultimi anni erano stati un inferno. Rinchiusa in quel posto, in sé stessa. Non sapeva cosa fosse peggio. Inoltre, quel dottore disgustoso la importunava e lei non poteva difendersi. Quella mattina aveva pensato bene di farle prendere un po’ d’aria. L’umiliazione la assilò di nuovo e ripensò ai suoi genitori. A cosa avrebbero detto se l’avessero vista in quel momento. Un groppo di rimpianto le si formò in gola al solo pensiero. Soffocò un gemito di sofferenza e lo guardò negli occhi.* Vorrei solo che mi liberasse. Come le ho già detto sono guarita. *la voce era incolore. Dentro stava morendo piano piano.*

Doc Fitpatrick GsAngels Ita  Non essere sciocca cara,ti ho già detto che deciderò io quando sarai guarita *le risponde stizzito. Che carattere ammirevole però! Non riusciva mai ad essere arrabbiato con lei,perchè adorava vederla infuriata e piena di energie. Era ancora più bella diamine! Con l'ombra di un sorriso sul viso infila la mano nella tasca del suo camice ed estrae la siringa che aveva preparato con la dose giusta di calmante. Non lo lasciava trapelare molto,ma dentro stava ribollendo di eccitazione perchè finalmente era arrivato il momento che tanto agognava.* Non preoccuparti,sarà piacevole giuro. Tu sei la mia geisha e non potrei mai farti del male..*la rassicura mentre le prende il braccio per disinfettarlo prima dell'iniezione.* Ecco fatto bellissima ragazza,ora sentirai solo piacere..*la guarda morboso prima di alzarsi e andare a chiudere la porta della cella a chiave*

Annabelle Miller GsAngels Ita *”Geisha” Odiava, detestava quella parola Una semplice parola che appariva sudicia sulle sue labbra Aveva il terrore di essere ancora una volta drogata, perché era quello che facevano in quel lurido posto. Sedavano, per non farti sentire nulla. A volte, pensava, era meglio essere indifferenti, freddi, non percepire nulla, avere la mente vuota da dolore e ricordi, ma si arriva ad un punto che si ha bisogno di provare qualcosa. Il dolore è meglio al nulla, pensò mentre osservava l’uomo davanti. Voleva uscire da quel posto orrendo, in cui aveva passato gli ultimi. Voleva uscire, ma sapeva che non sarebbe mai successo, se non grazie ad un miracolo.*

Doc Fitzpatrick GsAngels Ita Sei proprio una brava bambina,mi piace quando non sei nemmeno in grado di tenere gli occhi aperti,sai? *la elogia sorridendole soddisfatto. Non si era mai sentito così completo nella sua vita come dopo averla trovata..era perfetta,e sin dal primo istante aveva capito che loro due si appartenevano. Sebbene lei non fosse d'accordo,lui sapeva che che con le sue amorevoli cure sarebbe guarita e l'avrebbe ringraziato per poi non lasciarlo più. Ed era disposto a tutto per far sì che succedesse. Fremeva alla sola idea di assaporarla,e il fatto che la sua piccola geisha non fosse d'accordo,lo eccitava da morire.* Torno subito mia cara,ho dimenticato di dire agli inservienti che non voglio assolutamente essere disturbato per le prossime ore. Così nessuno ci darà fastidio. *ghigna di nuovo accarezzandole i capelli morbidi che aveva* Torno tra 5 minuti,non ti muovere! *ridendo esce dalla stanza dove era rinchiusa la ragazza. Oh sì,il suo piano procedeva alla perfezione.*

Zacharel GsAngels Ita *dall'alto della sua postazione, in cima alla collina, osserva i suoi sottoposti fare irruzione nell'istituto. Osserva la scena socchiudendo gli occhi, pochi secondi prima le sue percezioni gli avevano rivelato la presenza di demoni nell'istituto, nel giro di pochissimo tempo l'aura demoniaca si era triplicata. Doveva esserci qualcosa la dentro che attirava i demoni come api sul miele, qualcosa che doveva essere eliminato. Spiega le ali facendo cadere a terra la neve che vi si era posata, si lascia cadere nel vuoto prima di aprirle al massimo e planare sul tetto dell'istituto. Richiama, pronto alla battaglia, la sua spada di fuoco e fa irruzione dentro l'ospedale. Cerca di individuare la fonte di quell'aura* Thane GsAngels Ita *Una strana sensazione cominciò ad allargarglisi all’interno. Percepiva la presenza di un demone a poca distanza e lo sguardo che fece il suo comandante glielo confermò. Degli umani erano presenti all’interno della struttura. Avrebbero assistito a qualche combattimento? Possibile, a lui non gliene importava. Inoltre, nessuno avrebbe mai potuto vederli, tranne il demone in questione, quindi il problema non si poneva neanche. Si preparò e tirò fuori la sua lama infuocata. Il tempo di combattere era finalmente giunto*

Annabelle Miller GsAngels Ita *Il dottore se ne andò. Finalmente, solo in quel momento riuscì a tirare un sospiro di sollievo. Le droghe che le aveva iniettato le facevano girare la testa. Sembrava fosse distaccata dalla realtà, da tutto ciò che la teneva ancorata ancora in quel mondo. Qualcosa colpì la sua visione periferica, qualcosa di viscido, di disgustoso, che non seppe mai come riuscì ad entrare. I suoi incubi peggiori si erano realizzati. Non erano mai riusciti a prenderla, a vederla, mentre era così bloccata, in balìa di chiunque fosse entrato da quella porta chiusa. Aveva appena salutato il suo carnefice umano, ora doveva fare i conti con ciò che la perseguitava sin da quell’ultima notte. Gli occhietti piccoli e cattivi la fissavano, sembravano sorridere vedendola. Cercò in tutti i modi di strattonare ciò che le teneva legati i polsi, ma non ce la fece. Era troppo fuori di sé, troppo distaccata, ma era anche impossibile rompere le cinghie che le attorniavano i polsi.* Non mi toccare *mormorò guardandolo* Non mi devi toccare!

Zacharel GsAngels Ita *ispeziona ogni piano pronto e vigile. L'istituto nei suoi piani superiori sembrava calmo, era in quelli inferiori che si stava scatenando l'Inferno. Piano dopo piano scende fino a trovarsi nel vivo della battaglia, non presta attenzione a ciò che ha intorno, i suoi soldati erano capaci di badare a loro stessi ed, in caso contrario, lo sarebbero stati la volta successiva. Impassibile come al solito si concentra per individuare la sorgente di quell'aura, un leggero sibilare attira la sua attenzione. Con ancora la sua spada infuocata in mano ne segue il suono, svolta un angolo vedendo il demone. Era un serpente strisciante, fermo davanti ad una porta chiusa, senza indugi lo segue dentro pronto ad eliminarlo*

Annabelle Miller GsAngels Ita *La paura le formò un groppo in gola non indifferente. Sbarrò gli occhi. Quell'essere la osservava con brama e lei era stanca, tanto stanca di tutto questo. Cercò di liberarsi ancora, cercò di un urlare ma le uscì soltanto un gemito flebile. La voce era bloccata all'inizio della gola. Intanto lei lo guardava, osservava ogni singolo movimento della creatura senza perderlo mai di vista. Non sapeva come sarebbe andata a finire quella volta. Ogni singolo momento in cui aveva visto quelle creature la guardavano, rimanendo in disparte e basta. Questa volta la creatura la voleva.*

Zacharel GsAngels Ita *Con in mano la spada di fuoco entra nella stanza, non era solo li dentro, il suo istinto scatta più vigile che mai. Il demone sembrava non essersi nemmeno accorto della sua presenza, i suoi occhi erano fissi sulla figura legata al letto delle visite, e la figura sembrava guardare esattamente nella direzione del demone. Impossibile. Facendo un grosso respiro fa un passo avanti per esaminare meglio la ragazza, perchè si trattava di una ragazza. Umana. Orientale. Aveva lunghi capelli corvini che le ricadevano arruffati lungo il busto esile, troppo esile, probabilmente malnutrito; le guance erano scavate, la pelle pallida e sottile ad eccezione per le labbra morse a sangue e per cerchi neri sotto gli occhi* Per tutti i Cieli *esala esterrefatto. Quegli occhi non avevano nulla di umano. Di un blu surreale la marchiavano come la compagna di un demone. Non uno qualunque ma uno degli Alti Signori dei Demoni. La sente minacciare il demone davanti a lei con epiteti non propriamente femminili, la sente estendere la stessa minaccia a tutti i demoni che avessero intenzione di toccarla. Reazione… curiosa. Avrebbe dovuto uccidere il demone ed andarsene ma era incuriosito dalla ragazza. Senza pensarci due volte si rende visibile ed abbassa la propria lama sul demone, quell'essere doveva essere stato attratto da lei, esattamente come tutti gli altri, era una calamita per tutto il mondo demoniaco. Tornando a guardarla la osserva stringendo gli occhi. Il Demone che le aveva avvelenato la vista doveva essere potente, lo aveva fatto per permetterle di vedere nel suo mondo, in modo da poterla ritrovare. Ecco perché quelle creature la stavano cercando. Chiunque fosse questo Demone doveva però aver ottenuto il “consenso” della ragazza. Un simile marchio poteva essere impresso solo con l’approvazione dell’umano in questione, probabilmente era stata sedotta o ingannata ma, in ogni caso, doveva essere malvagia. Quando la vede sbattere le ciglia perplessa si erge in tutta la sua altezza restando immobile, attendendo la sua reazione*

Annabelle Miller GsAngels Ita Vai via! *strillò con tutto il fiato che aveva in corpo. Non voleva essere toccata da quella creatura* Sappi, che se mi toccherai perderai la testa! *gli occhi della cratura sembravano ogni minuto che passava sempre più bramosi. Ma qualcosa cambiò senza che neanche lei se ne accorgesse, un’altra creatura che questa volta non aveva mai visto in tutta la sua vita, cominciò a prendere forma davanti ai suoi occhi. Le grandi ali bianche, con qualche traccia di oro, erano ricoperte di neve. Forse perché cadeva, forse anche per lo sguardo implacabile e freddo che la fissava, con un pizzico di curiosità, ma sembrava una figura poetica magnifica.* I-i farmaci stanno facendo effetto? Cosa sei? *la voleva ammazzare? Se era così che facesse in fretta perché lei ne aveva abbastanza. Non aveva più alcuna voglia di passare la vita a provare momenti come quello. La nuova creatura alata, che, ironia della sorte aveva tutte le caratteristiche di un angelo, continuava a fissarla, sempre con quella curiosità mascherata.* Vuoi uccidermi?

Zacharel GsAngels Ita *la osserva con attenzione* No, non è mia intenzione ucciderti. Sono un angelo *dichiara veritiero. La vede sbattere le palpebre al suono della sua voce, reazione comune per gli umani. Gli angeli erano portatori di Verità, la loro voce non presentava traccia di falsità o altro. Era impossibile non credergli* vengo dai Cieli *aggiunge calmo* e no, non sei allucinata ne sono frutto della tua mente o dei farmaci *previene il fiume di domande che stavano per arrivare non volendo perdere tempo. Spiega le ali come ulteriore prova, la neve che le copriva rovina a terra liberandolo, solo per qualche secondo, dal peso di aver deluso il priprio Dio* Conosci il nome del Demone che ti ha marchiata?

Annabelle Miller GsAngels Ita *Perfetto, un altro essere irreale le era venuto a fare visita. La soglia della pazzia era stata finalmente varcata, grazie ai farmaci, grazie alla sua mente ormai offuscata. Poco importava. La soglia era stata ormai oltrepassata, pensò* Potresti essere reale solo per me, sai? Solitamente vedo molte cose, ma un angelo mai. Non mi è mai capitato di vederlo. Avranno cambiato dosi, oppure addirittura farmaci. *sospirò. Forse era arrivata la sua ora, oppure era venuto per lasciarla andare, per salvarla.* Non è possibile che tu sia un angelo. Solo le cose brutte vengono in questo posto. *aveva abbassato lo sguardo sulle sue ginocchia. Ormai non sapeva più a cosa credere. A cosa fosse reale e a cosa non lo fosse.* Se sei un angelo e non sei venuto per uccidermi, sei venuto qui per lasciarmi andare? *Sperava con tutta sé stessa che il tono disperato non trapelasse da quello parole. Come anche la speranza di cui erano impregnate*

Zacharel GsAngels Ita *assiste a quel soliloqui impassibile* Devo... forse ripetere la mia domanda, donna? *fa un passo in avanti* Conosci forse il nome del Demone che ti ha marchiata come sua sposa? *l'incredulità che lei palesava in quel momento era genuina. Lui era in grado di fiutare una bugia a qualunque distanza, al momento l'unica cosa che riusciva a fiutare era l'essenza dolce e femminile della ragazza* DONNA *chiude immediatamente la bocca. Non doveva alzare la voce con lei, non sarebbe mai riuscito a spiegare all'Unico e Vero Dio che le sue intenzioni erano onorevoli e che non intendeva terrorizzarla a morte* Donna, rispondimi.

Annabelle Miller GsAngels Ita *Non era pazza. Lui era reale. Cominciò a studiarlo con lo sguardo sentendo i suoi occhi sbarrarsi di fronte a quella verità. Come poteva essere? Allora tutto ciò che aveva visto fino a quel momento era reale. Allora tutto ciò che aveva visto, voleva realmente farle del male. Gli angeli esistevano, quindi anche tutti i demoni che aveva visto! La verità le si parò davanti, provocandole un terrore mai provato in tutta la sua vita. Avrebbe voluto morire in molti momenti che aveva passato all’interno di quella struttura, ma ora la paura le faceva tremare le membra e sudare freddo* è tutto reale… *mormorò guardandolo.* Allora morirò! *Non aveva ascoltato la sua domanda, troppo presa dai suoi pensieri. Aveva combattuto contro dei demoni reali e neanche se n’era resa conto. Esseri mandati sulla terra per rovinare la vita umana.* Le uniche persone che mi credevano erano due schizofreniche!* Ma quindi, sei qui per salvarmi oppure no? *era confusa, tanto confusa*

Zacharel GsAngels Ita *fa un altro passo avanti cercando di calmarla, se si agitava non avrebbe ottenuto le risposte* donna, concentrati. Non ricordi di aver accettato di diventare la compagna di un demone? *chiede mentre la porta antipanico all'ingresso si abbassava. osserva entrare un uomo in camice bianco, un finto sorriso di cortesia e occhi malvagi. Si cela immediatamente alla sua vista lasciando la ragazza apparentemente da sola con l'uomo. Non aveva buone intenzioni ma questo non era affar suo. nonostante il suo istinto, e qualcosa nelle sue viscere, gli urlassero di restare gira su se stesso ed esce dalla stanza*

Doc. Fitzpatrick GsAngels Ita *A passo spedito si dirige verso la cella della sua ragazza preferita,mentre un brivido di eccitazione percorre il suo vecchio corpo malconcio. Era stato molto chiaro quando aveva raggiunto gli inservienti. Assolutamente nessun disturbo o vi licenzio in tronco,e vi faccio finire sulla strada! aveva sibilato guardandoli negli occhi. Nessuno avrebbe potuto rovinare quel momento con lei che aspettava da tempo,nessuno si doveva permettere di farlo.* Mia piccola geisha eccomi qua,finalmente siamo soli! *le sorride prima di chiudere a chiave la porta e abbassare le luci della cella* Spero tanto che le droghe abbiano fatto il giusto effetto,non voglio intralci nel mio piano *si accovaccia sulle ginocchia e le accarezza il viso* Devo però avvertirti che se farai la bambina cattiva,io ti punirò. Ti punirò senza indugi,e tu non potrai fare nulla,e sai perchè? *le sorride di nuovo mentre si sbottona il camice* Perchè io sono il capo qui. Io comando. E nessuno crederebbe mai a una povera psicopatica come te,non credi? Sarà la mia parola contro la tua cara. *ride di gusto continuando ad accarezzarla,assaporando con calma la sensazione della sua liscia pelle delicata.*

Annabelle Miller GsAngels Ita *La porta si aprì e il suo incubo umano fece la sua comparsa con quel suo sorriso lascivo che tanto odiava. Lo sguardo le si indurì subito, anche se l’attenzione era ormai focalizzata sulla figuara che era al momento scomparsa. Lo sguardo le corse dal dottore a dove prima c’era l’angelo dallo sguardo di ghiaccio.* Dovreste fare guarire i pazienti, non fare loro del male. *mormorò guardando il dottore negli occhi. Non sapeva se poteva esserci a breve una soluzione a tutti i suoi problemi, ma in quelle parole grondava tutto il disgusto che vi era per quell’essere semplicemente umano. Ormai aveva capito che il vero male, il vero dolore, avrebbero potuto provocarglielo solo i demoni in quel momento. La verità che aveva da poco scoperto le aveva chiarito le idee al riguardo.* Sai che parlerò in ogni caso, anche se nessuno mi crederà, io parlerò. Parlerò!

Doc. Fitzpatrick GsAngels Ita Male? Non sentirai nessun dolore mia cara,te lo garantisco *la rassicura con fare affettuoso. Povera! Era sicuramente la sua follia che parlava in quel momento,non di certo lei! Ed evidentemente non gli aveva dato abbastanza dose di farmaci se aveva la forza di parlare. Adorava il suo carattere pungente,ma se la ragazza si fosse messa a urlare avrebbe rovinato la magia del momento,e questo non doveva succedere.* Vedi tesoro,non ha senso che tu dica simili sciocchezze. Sono io il dottore qui,non tu *si alza in piedi per prendere dal camice un'altra siringa riempita di farmaci* e sono anche certo che parlerai. Non capisco perchè però,dato che non otterrai nulla mia cara. *si avvicina di nuovo a lei e la guarda negli occhi. Tempo,era solo questione di tempo e lei sarebbe stata sua.*

Zacharel GsAngels Ita *Appena uscito dalla stanza sente il buco che aveva al posto del cuore allargarsi, poteva giurare di aver sentito il ghiaccio riempirne lo spazio. Uno dei capisaldi degli Angeli era quello di non interferire con il libero arbitrio degli umani, gli uomini dovevano essere protetti senza impattare le loro vite. Ma in questo caso l'Unico Vero Dio poteva davvero biasimarlo? Non voleva interferire con la volontà del dottore, non si era mai curato della volontà di qualcuno ma quell'uomo era malvagio, spregevole. Tornato nella stanza in un batter d'ali si materializza davanti al medico, prima che questo potesse avere un attacco di panico fissa gli occhi nei suoi* Hai impegni più importarti di cui occuparti *dice calmo ed impassibile* Impegni lontano da qui. Non arrecherai più danno e dolore a nessun paziente di questo istituto. Adesso lascia questa stanza *attende che il suo comando venisse recepito dall'uomo che, in uno stato di trance lo vede allontanarsi ed uscire dalla stanza. Solo con la ragazza si volta infine verso di lei, cosa stava pensando? Cosa vedeva attraverso i suoi occhi? Occhi che sarebbero stati bellissimi se mai gli fosse interessato* Mi chiedesti se ero venuto a salvarti e no, sono qui con un altro scopo.

Doc. Fitzpatrick GsAngels Ita  Su,fai la brava ora! *mormora con voce dolce avvicinandosi alla sua ragazza con l'intento di stordirla ancora un pò,così almeno avrebbe tenuto a freno la sua lingua biforcuta. Mentre si abbassa verso di lei si trova davanti una figura maschile muscolosa,letteralmente apparsa dal nulla e con due ali che sbucavano dietro la schiena. No,che diamine stava succedendo?* Chi...*balbetta prima di avvertire uno strano senso di debolezza mentre guardava negli occhi di quell'uomo. Sentiva la testa pesante,e tutto divenne sempre più confuso. Non capiva perchè si trovava in quella stanza..l'aveva già controllata e aveva già sedato la paziente,pensa lasciando cadere la siringa e dirigendosi verso la porta con passo strascicato. Lavorava troppo,quello era il problema. Doveva andare subito a riposarsi,riflette mentre con fatica esce dalla cella in cui si trovava.*

giovedì 15 novembre 2012

Destinati ad incontrarsi - Part 2 [FLASHBACK]



*Ed eccolo di nuovo. Morte non tardava mai nel suo compito e anche quel giorno a qualcuno era toccata quella sorte. Non c'era momento della giornata in cui il suo demone non lo trascinava all'Inferno e a volte ne aveva abbastanza di tutto. Stava discutendo con Torin sugli attacchi continui dei Cacciatori e sulle loro miserabili strategie. Anche di quello non ne poteva più. Si lamentavano della malvagità dei demoni ma in confronto a ciò che erano capaci di fare loro pur di ucciderli, si poteva definirli come era lui stesso: Demone senza cuore. Lascia perdere le sue faccende e si smaterializza accanto al corpo senza vita di un uomo. Si accovaccia e infila una mano dentro il corpo per trascinare via l'anima. Non era di certo una di quelle buone.. e lo aveva capito sin da subito.* Merda...muoviti
*Strattona l'anima che cerca di divincolarsi in tutti i modi dalla sua stretta. Possibile che la maggior parte delle volte doveva trascinarli in quel modo?*Cazzo è inutile che cerchi di scappare..*dice con tono rude* Sei morto, fattene una ragione.* Con l'anima al suo fianco si smaterializza all'inferno dove la lascia li a patire la sua dolorosa pena. *
*Non riesce nemmeno a mettere piede nella sua stanza che subito il demone lo costringe a tornare indietro e trascinarne un'altra* Maledizione!* sbotta e si passa una mano sul viso* Non mi aspettavo che Morte non avesse del tempo libero* chiude gli occhi, fa un respiro profondo e con lo spirito cerca di raggiungere il posto dove l'aura dell'anima era alquanto debole. Ritorna nel suo corpo e si smaterializza al Mount Sinai Hospital di New York. Ormai l'anima del ragazzo era pronta per essere portata via dal corpo e senza aspettare ancora si avvia nella sua camera. Per la miseria era davvero giovane. A volte, come in quel caso, succedeva che le persone non avevano niente a che fare con nessun tipo di crimine e a Lucien dispiaceva doverle portar via cosi presto da una vita ancora lunga*
*si guarda intorno notando una sedia accanto al letto spostata a stento. Sicuramente poco prima c'era stato qualcuno a fargli compagnia nel suo doloroso viaggio verso la morte. Non è facile perdere qualcuno che si ama..e lui stesso aveva provato questa sofferenza. Alza gli occhi verso un orsacchiotto lasciato li, al suo fianco. Dio era uno strazio tutta quell'aria di tristezza intorno a lui. Il demone dentro di sé si agita e una volta vicino prende l'anima di quel ragazzo. Fortuna che almeno lui non avrebbe dovuto sopportare le torture dell'Inferno. Trascina l'anima quieta in Paradiso e smaterializzandosi di nuovo in camera sua, scuote la testa costringendo se stesso a dedicarsi alle sue faccende, tornando cosi in Camera di Torin Malattia Lord ita*

Destinati ad incontrarsi - Part 1 [FLASHBACK]




22 marzo 2003 *Paul, il suo bellissimo e dolcissimo Paul. Le lacrime le scendono sulle guance disegnando un percorso doloroso che si va ad infrangere sul lenzuolo di quel letto di ospedale. La notizia dell'incidente del ragazzo le è stata comunicata da un amico in comune e ora eccola, al Mount Sinai Hospital di New York a stringere la mano ad una persona che probabilmente non la sentirà neanche. Un incidente di cui lei si è poco interessata, ma che le ha fatto stringere il cuore nel momento in cui ha saputo di Paul. Lui che non verrà mai a sapere che lei, Anarchia, è stata la ad accudirlo come un bambino, a sbraitare contro le infermiere quando lo trattavano come se nulla fosse quando in realtà l'essere umano sdraiato su quel letto, esanime era ciò che di più caro ha trovato sulla terra. Lui che con il suo sorriso da ragazzino, la faceva sorridere come niente. Che con i suoi regali le faceva stringere sempre il cuore e ora eccolo. Immobile, con la testa bendata, da cui neanche gli occhi spuntavano. Solo la sua bocca a forma di cuore si nota. Pallida e secca spunta da quell'imballaggio mezza aperta, quasi volesse proferire parola ma non riesce* cosa ti hanno fatto? *singhiozza quasi accasciandosi sulla sua mano tiepida, come se volesse tenerlo lì per sempre senza farlo andare via. Lei, la dea indiscussa dell'Anarchia e del Caos, non può fare nulla contro tutto ciò. Contro l'inevitabile* Anche gli dei hanno dei limiti *sussurra quasi a volersi scusare.
Quasi a volersi scusare contro il destino che è toccato a quel ragazzo che il male più grosso che ha fatto è stato rubare un pacchetto di gomme da masticare per poi sentirsi subito dopo in colpa. In colpa! Una cosa a lei sconosciuta. Allunga una delle mani e gli accarezza la testa, sentendo, al contatto con le bende una stretta allo stomaco* Mi dispiace.. *il pianto riprende incessante quasi a non volersi mai fermare. L'epilogo di quella vicenda, di quel calvario durato una settimana, la lascia vuota. Se qualcuno avesse provato ad urlare dentro avrebbe sentito l'eco. Alzandosi a fatica da quella sedia che era diventata il suo letto, si allunga verso di lui e gli bacia la fasciatura* Addio.. *il dolore la sovrasta facendole spezzare la voce a metà parola. Neanche un saluto dignitoso può dargli. Prima di voltarsi per uscire afferra quasi al rallentatore un regalo che lui le aveva fatto anni addietro: un tenero pupazzo di un orsacchiotto con un'aria buffa, che lei aveva tenuto sempre accanto a sè perché le ricordava lui. Prendendolo lo appoggia sul suo ventre avvolto nelle coperte pesanti. Lanciando un ultimo sguardo al computer che segna il battito flebile del suo cuore si allontana, voltandogli poi le spalle. Lui non se ne sarebbe mai accorto.
Uscendo dalla stanza non fa caso a ciò che la circonda. La cosa importante è uscire di la, con una parte in meno di stessa. Un amico che le è stato accanto quando più ne aveva bisogno.
Senza rendersene conto si trova davanti ad un negozio, un negozio di dolci. Colorati lecca lecca dominano la vetrina di quel gioioso negozi. La voglia di vomitare è tanta, probabilmente qualcosa di dolce l'avrebbe aiutata**incerta apre la porta del negozietto e una fragranza zuccherosa le vola sotto il naso. Ovunque guardasse mille prelibatezze la tentano ma il suo sguardo è attratto da lecca lecca posti vicino alla cassa. Determinata, con lo stomaco sempre più indipendente al suo volere si avvicina e li indica* Li voglio tutti *la donna alla cassa strabuzza gli occhi davanti a quel comando, per poi accingersi a riporli tutti in un sacchetto. Strano ma vero le banconote volano fuori dal suo portafoglio per finire nella cassa del negozio. Afferrando il sacchetto oltre il bancone esce dal negozio con un lecca lecca in mano scartato nel frattempo. Portandoselo alla bocca, lo fa scivolare sulla lingua. Spalanca gli occhi di fronte a quel sapore fantastico, sentendo la mente liberarsi come anche lo stomaco rilassarsi. Il dolore per la perdita di Paul la seguirà per l'eternità, ma ora ha trovato un modo per confortarsi*