lunedì 15 luglio 2013

TRAMA EXTRA The Darkest Passion - Quando volare rimarrà solo un ricordo


*Ricordava il suo corpo pieno di tatuaggi. Aveva passato gran parte della sua immortale vita a ricoprirsi il corpo con disegni. Torture il suo demone gli ha fatto compiere. La sua rinascita aveva fatto sì che il suo corpo tornasse come quando era stato creato. Un’infinità di pelle pulita gli ricopriva il corpo muscoloso. Troppo pulita. La sua rinascita, però, gli aveva permesso di ricominciare da capo. Fu così che la sua nuova vita senza demone ricominciò. Pura e semplice come lo era la sua compagna. A lui per prima quella pelle faceva uno strano effetto. Erano cambiate molte cose da quando era tornato. I suoi compagni lo guardavano straniti e anche un po’ invidiosi dato che il suo demone ora, non era più dentro di lui. Era un uomo libero, ora anche libero di amare. Aveva deciso tempo prima di ricominciare con quei tatuaggi i primi soggetti erano stati proprio dimostrazioni d’amore nei confronti della sua compagna, ora voleva fare qualcosa di diverso. La cosa che più gli mancava, per cui sentiva quasi un dolore fisico era proprio l’incapacità di volare. Quando il suo demone prendeva il sopravvento, ricorda, era solito fuggire per quel poco tempo in cui poteva e volare, senza alcuna destinazione. Una sensazione di libertà, di spensieratezza, cose davvero molte lontane dalla sua vita prima della comparsa di Olivia nella sua vita. I problemi, dall’alto del cielo, sembrano più piccoli. Non possono toccarti o ferirti perché tu sei più in alto, più in alto di tutto. Intoccabile e potente come un dio che lui stesso, una volta, proteggeva. Non disse nulla ad Olivia, anche se tra di loro non c’erano segreti, era una cosa personale. La sua compagna sapeva quanto il volo gli mancasse. Una volta, ali nere come le pece gli cadevano dalla schiena dandogli quella sensazione meravigliosa. Non disse nulla a nessuno. Prese una delle macchine e andò in città, dove sapeva avrebbe trovato un tatuatore. Aveva già tutto l’occorrente con sé, perché nessun inchiostro umano avrebbe mai potuto lasciare il segno sulla sua pelle. Si era premurato precedentemente di mescolare l’inchiostro all’ambrosio, rubandola a Paris. Trovò subito parcheggio poi entrò. Visi tatuati lo guardarono, forse riconoscendolo, intimoriti.*
«Vorrei questo.»
*cercò di non parlare con un tono duro ma gli uscì ugualmente aggressivo. Il ragazzo con la cresta annuì e lo portò in una stanza sul retro adibita a laboratorio. Disegni di ogni genere ricoprivano le pareti. Spiegò senza tanti giri di parole ciò che voleva e come, passandogli il piccolo kit che aveva con sé. Il tatuatore non fece storia e in poco tempo si ritrovò in un ambiente in cui l’unico suono era il ronzio della macchinetta. Passarono ore. Non si lamentò mai. Persino quel gesto gli era mancato. Un ronzio rassicurante che non fosse quello della guerra. Un pistola che non fosse per portare morte. Era quello che gli ci voleva.*
«Perché le ali?»
«Il mondo è un posto migliore visto da lassù.»

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