domenica 17 giugno 2012

Ancora una volta in gabbia - The Darkest Surrender


William GsLords Ita *La testa gli pulsava. Un dolore sordo sembrava scuoterlo da dentro, mentre cominciava a svegliarsi dal torpore di quel sonno indotto. Sapeva che qualcuno l'aveva sedato. Il sapore amaro della droga che avevano usato su di lui, gli faceva storcere il naso per il disgusto, ma ora era sveglio, anche se, per precauzione, preferiva mantenere l'espressione del viso rilassata e gli occhi chiusi. La droga era una di quelle che usavano probabilmente sulle loro vittime abituali. E funzionava benissimo anche su di lui se l'avevano steso con così tanta facilità. Il piccolo materasso sotto di lui, non riusciva a contenerlo in tutta la sua lunghezza, per questo aveva i piedi che tranquillamente penzolavano dal fondo del letto. Con circospezione aprì un occhio, poi l'altro. Il dolore al capo non accennava a diminuire ma ora doveva trovare una via d'uscita per quella prigione. Le sbarre arrugginite sembravano volerlo sfidare a toccarle, ma aveva visto di peggio. Quei poveri umani, così pieni di loro non si rendevano conto della persona che avevano appena sfidato. Poco prima il buio l'aveva avvolto, ma le voci provenienti dall'esterno gli erano arrivate ben chiare: Cacciatori. Umani che, come unico scopo nella vita, volevano uccidere i Demoni. L'avevano scambiato per uno di loro? Anche per quello avrebbero pagato. Non potevano metterlo a confronto con dei semplici immortali, anche se, per molti versi, forse era meglio così. Se avessero saputo la sua vera natura, probabilmente sarebbero tornati tra le gambe della loro madre a piangere, e a chiedere pietà. Un colpo di tosse lo riscosse dai suoi pensieri. Sollevando piano le membra dal materasso sudicio, alzò la testa per incontrare un paio di occhi azzurri che lo stavano studiando. Il corpo snello era nascosto da un camice da dottore bianco candido. I capelli biondi le sfioravano le spalle, accarezzandogliele. La furia cominciò ad impossessarsi di lui. Per la seconda volta nella sua lunga vita, era stato rinchiuso. E ciò lo faceva a dir poco alterare. I piedi toccarono il pavimento freddo. Bene. Diamo inizio allo spettacolo.*

Skye GsLords Ita *Il silenzio all'interno dei corridoio sembrava ovattato, incerto. I pazienti dormivano tranquilli, circondati da sogni probabilmente fittizi, dati soltanto dai farmaci che gli davano ad ogni ora della notte e del giorno. Ogni paziente era uguale e diverso, l'uno dall'altro. Creature soprannaturali, che un po' d'anni prima, non si sarebbe neanche mai sognata di vedere, o addirittura pensare che potessero essere creature vere. Creature indecenti, ma pur sempre pazienti, per lei. I Cacciatori glieli portavano per essere curati. In silenzio e senza un attimo di incertezza, faceva ciò che le ordinavano. Per suo marito. Per loro. Era giunta davanti alla cella del nuovo ospite: un Immortale, un uomo più bello del peccato stesso, che avrebbe fatto piangere un monaco, per il viso perfetto che si ritrovava. Ma fredda e distante al suo fascino, però, non vedeva altro che un uomo aggiunto alla sua lunga liste di persone sotto le sue cure.* Si è svegliato. *non era una domanda, ma una semplice constatazione. Si fermò davanti alle sbarre, stando bene attenta a non avvicinarsi troppo.*

William GsLords Ita ‎*La voce della donna risuonava ben chiara tra le pareti dei corridoi di quel posto. Dove si trovava di preciso? Qualcuno sarebbe andato a cercarlo, sicuramente. Anya avrebbe dato fuori di matto se non avesse potuto torturarlo. All'improvviso provò uno strano senso di nostalgia. Nostalgia strana, immeritata, perché tutto quel casino era accaduto a causa di quella dea, lunatica e psicologicamente instabile. Se non fosse venuta a cercarlo in passato, se non avesse rubato il suo libro, non si troverebbe ora, in quella situazione fastidiosa. Perché si, tutto ciò che gli era accaduto nelle ultime 24 ore, si poteva definire solamente fastidioso. A quest'ora si sarebbe potuto ritrovare, fra le morbide cosce di una donna disponibile. Invece no. Una cella sporca e maleodorante era tutto ciò che lo circondava. I pensieri si fermarono mentre la guardò negli occhi limpidi.* Sì, dolcezza. E sono più arzillo che mai. *fece finta di stiracchiarsi, come se tutta quella situazione fosse normale routine per lui. Quegli umani avevano molto da imparare, pensò.* Buona la roba che mi avete dato. Prima di andarmene ne vorrei ancora un po' *sentenziò prima di far ricadere le braccia lungo il corpo, senza abbandonare mai il suo sguardo. Lo stava studiando, ne era certo.*

Skye GsLords Ita *tutta quella situazione era una grande pagliacciata. Perché non diceva le cose come stavano? Non sapeva perché quei pensieri avessero cominciato a vorticarle nella testa, ma era certa che il comportamento della creatura davanti a lei, fosse tutta apparenza. La sua cartella clinica, quella che aveva compilato lei stessa, l'aveva fatta trasalire più di una volta. Mai, in tutti gli anni in cui era stata sotto quell'organizzazione, aveva incontrato una creatura come lui. Che cos'era? si chiese, mentre con calma apparente inclinava il viso da una parte, guardandolo dall'alto in basso. Avrebbe potuto smaterializzarsi? Impossibile. Quelle sbarre erano fatte apposta per evitare cose del genere. Nessuno, nessuno avrebbe mai potuto vincere contro di esse. Ma qualcosa le disse di stare attenta. Una sensazione strana, che partiva dalla base della nuca. 'Stai attenta Skye, non hai mai incontrato nulla come lui'.*

William GsLords Ita ‎*Lo sguardo freddo, analitico della donna gli stava facendo perdere le staffe. Lo guardava come se fosse uno batterio sottoposto ad un esame in laboratorio. Clinico e freddo, lo metteva quasi a disagio. Quasi, dato che lui, in pratica non sapeva neanche dell'esistenza di quella parola sul dizionario. Sbuffò sonoramente, incrociando le braccia. Peggio di così, non sarebbe potuta andare. Dov'era Kane? Quel demone aveva il brutto vizio di cacciarsi nei guai e, dopo il discorso avuto nella casa dei genitori di Gilly aveva tutta l'intenzione di non perderlo mai di vista. Doveva ricevere una qualche medaglia, per quell'atto eroico. Sì. Quando fosse tornato in Fortezza, avrebbe urlato a gran voce quel suo desiderio. E qualcuno l'avrebbe accontentato. Come sempre accadeva.* Avrei tanta voglia di rimanere qui a chiacchierare con te, bellezza. Ma ho un'Apocalisse da evitare, quindi apri questa cella e fammi uscire. *Le parole gli uscirono melliflue dalle labbra. Quasi a non lasciare trapelare la minaccia sotto il tono dolce.* Dov'è l'amico che era con me? *chiese buttando lì la domanda, come se non gliene interessasse. Come se il destino del mondo non dipendesse dalle azioni di quell'uomo.*

Skye GsLords Ita *Corrugò la fronte. Il suo amico, sì l'aveva visto. Era stata lei stessa a procurargli le prima cure, ma subito dopo aveva dovuto lasciarlo, portato via dai Cacciatori che aveva dei progetti per lui. Così le era stato riferito.* L'esplosione è stata forte. *cominciò con tono freddo, sempre con il volto inclinato da una parte.* Avevate riportato varie ferite entrambi. *ricordava il sangue sulle braccia e il corpo dei due. La sofferenza che avevano dovuto passare entrambi doveva essere stata atroce, ma dovevano soffrire. Era così, no? Aveva curato con attenzione le ferite del suo amico, che sembrava quello ridotto peggio. Aveva curato Disastro, come aveva poi scoperto in seguito. Perché non l'aveva capito dal pezzo di intonaco perfetto che le stava cadendo sulla testa, in sua presenza, quello era proprio un mistero.* Il tuo amico è stato portato all'Inferno. *soffiò con tranquillità dalle labbra, come se stesse parlando del tempo e delle previsioni dei prossimi giorni.*

William GsLords Ita ‎*Non seppe mai cosa gli accadde dentro quella cella. Dopo la notizia della dottoressa su Kane, il suo peggiore incubo si era realizzato. Nulla poteva andare peggio di così. Nulla. Il mondo stava per entrare in una fase di cupa disperazione e distruzione e neanche lo sapeva. Si alzò di nuovo dal suo giaciglio. Le ossa scricchiolavano sotto quel movimento. La testa continuava a pompargli come non mai. Sembravano essere passati pochi minuti, ma quando alzò il viso verso le sbarre sgranò gli occhi davanti ad una dottoressa sempre più calma, cambiata d'abito e pulita a lucido. Un livido chiaro le appariva sul viso pallido. Doveva essere impazzito ed essere stato sedato e lui non si ricordava nulla. Assolutamente nulla. Il buio avvolgeva i pochi attimi passati dopo la notizia su Disastro, erano avvolti nel mistero. Si alzò fino a posizionarsi a gambe divaricate e braccia incrociate vicino alle sbarre. Molto più vicino dell'ultima volta. Molto più pericoloso dell'ultima. Nessuno si poteva permettere di prendere giro William, senza pagarla cara.* Come ti chiami? *chiese con tranquillità come se non fossero mai stati interrotti.*

Skye GsLords Ita *Le ore erano passate in fretta dopo che l'uomo di fronte a lei aveva dato di matto ed era stata costretta a sedarlo un'altra volta. Avrebbe provocato dei danni cerebrali? Non lo sa e al momento non gliene importa nulla perché ora il pericolo lo percepisce persino sulla pelle. Emanato da lui, dai suoi piccoli pori sulla pelle che con tutta probabilità avevano anche loro il fascino del padrone. Scosse impercettibilmente la testa, a quei pensieri, ma era indubbio il fascino maschile e virile di lui sulle donne, umane e non.* Ti interessa veramente? *chiese come se non ci credesse, ed era veramente così*

William GsLords Ita ‎*In effetti non gli importava un fico secco di come si chiamasse quell'algida donna davanti a lui. Voleva solo andarsene e se avesse dovuto usare le maniere estreme non gli importava. Doveva uscire di lì.* Ma certo che mi interessa! *Senza che neanche se ne accorgesse si avvicinò. Anche la donna sembrò non accorgersi di quel movimento, perché non sbattè neanche gli occhi per la sorpresa.* Ti chiamerò dottoressa Clitoride, visto che non me lo vuoi dire. *rispose dopo un attimo di silenzio da parte della donna. Intanto aveva fatto diventare il suo sguardo più languido e sexy che mai. Che peso essere così dannatamente belli.*

Skye GsLords Ita *aveva capito sin dall'inizio che razza di uomo avesse davanti, ma sentirlo parlare in quel modo la fece indignare e offendere oltremodo. Era sposata con un uomo rispettabile, e nonostante esercitasse pur non avendo finito gli studi, era una persona seria, a cui non si doveva parlare con quei termini.* Ho abbastanza potere qui dentro per farti castrare. Non mi chiamare in quel modo. *Disse fredda, guardandolo negli occhi. Ci si sarebbe potuti perdere in quell'azzurro così intenso. La promessa sessuale all'interno di essi sembrava urlarle in faccia, ma forse aveva capito il suo gioco. Forse.*

William GsLords Ita ‎*Finse un brivido di piacere a quella risposta. Il freddo glaciale all'interno dei suoi occhi non sarebbe stato possibile da sciogliere neanche con una notte di sesso con lui. Puah. Meglio lasciare perdere. In un'altra occasione probabilmente le avrebbe dato la possibilità di toccarlo e accarezzarlo come le altre. Ma no, era troppo fredda, troppo immobile, per essere considerata la sua prossima conquista. Non gli interessava minimamente, e dire che era interessato ad ogni donna attraente e disponibile sulla faccia della terra e non! Alzò la mano e si portò sotto agli occhi le unghie sporche. Tutto il lerciume di quel piccolo posto sembrava esserglisi attaccato addosso. Che schifo. Con nonchalance cominciò a rimirarsi le unghie, ponendo domande strategiche. Doveva sondare il terreno prima di attaccare.* Allora? Lavori per Galen? *chiese sempre guardandosi la mano, come se lei non l'avesse appena minacciato di farlo diventare un eunuco.* 

Skye GsLords Ita *L'istinto di corrugare la fronte davanti a quella domanda era forte, ma seppe resistere. Cosa gliene importava? Voleva forse convincerlo a farlo scappare? Non ce l'avrebbe mai fatta. Era troppo fedele a suo marito per permettere a quest'uomo di traviarla con promesse sessuali velate. I guai che avrebbe passato il caro e vecchio marito se fosse accaduta una cosa simile sarebbero stati indicibili. E lei non voleva che lui soffrisse.* No, io lavoro per mio marito. E non sono una dottoressa. *Le braccia che poco erano distese lungo il corpo, vennero alzate e portate al petto intrecciate. La chiusura era evidente ma probabilmente la creatura davanti a lei non se ne accorse perché continuò con le domande.*

William GsLords Ita ‎*Oh piccola donna sottomessa. Faceva tutto quello che le chiedeva il marito? In effetti non aveva visto la fede che lei portava, ma non guardava mai le mani delle donne se non durante certi momenti. In quel momento le mani di lei, sarebbero state bene come fermacarte sulla sua scrivania immaginaria. Tagliate e sanguinanti. Non aveva mai pensieri simili riguardanti le donne. Esse erano la sua aria, la sua gioia di vivere. Portavano un profumo di fiori ovunque loro andassero. Ma quella donna. Quella dannatissima e fredda donna davanti a lui, gli faceva saltare i nervi come mai gli era successo. Doveva pagare per l'affronto che gli aveva fatto. Lei e suo marito. E tutti quelli che lavorano presso i Cacciatori. E i Cacciatori stessi. Insomma, mentre la lista si allungava sempre di più, lui continuava piano piano ad avvicinarsi alle sbarre, a lei.* Non avere paura di me. Io non ti farei mai del male! *abbassò la mano che aveva inspiegabilmente attirato la sua attenzione fino a quel momento, per riportare l'attenzione su di lei. Tu mi hai salvato! Come potrei non essere riconoscente? *la derisione nel tono con cui pronunciò quella frase poteva essere percepita anche da un sordo. Ebbene che la percepisse. Quella donna stava per compiere un passo falso. E lui era pronto a tutto.*

Skye GsLords Ita *Quasi scoppiò a ridere davanti al cascamorto che aveva di fronte, ma non abbassò lo sguardo davanti ai suoi occhi ardenti. Poteva essere considerato quasi simpatico. Ma era lì in quel luogo per altro. Suo marito le aveva affidato quell'incarico e lei avrebbe fatto di tutto per lui. Non le interessava della missione dei Cacciatori con tutti gli esseri straordinari che tenevano lì. Le dispiaceva un poco, ma in pratica non le interessava nulla, se non fare contento suo marito. Solo quello importava. Con tranquillità portò una mano nella tasca del camice, per estrarne poco dopo un lecca lecca che prese, una volta scartato a leccare. Non in maniera maliziosa, no.*

William GsLords Ita ‎*Ancora un po'. Solo un po' e sarebbe stato abbastanza vicino.* Sai, ti sono riconoscente per ciò che hai fatto. Nonostante tu mi tenga qui dentro senza motivo ti sono riconoscente. *sospirò in modo melodrammatico, appoggiando i gomiti a due sbarre per sporgersi verso di lei e sussurrare* Sai non sono pericoloso. Potresti liberarmi ora. *il tono si era fatto roco, sexy più che mai. Conosceva le donne come le sue tasche. In ogni loro sfumatura. Ma questa era diversa. Così devota al marito sembrava un bocconcino troppo prelibato per essere lasciato lì. Ma così dovevano andare le cose, evidentemente.* Dici che non lavori per loro. Liberami, allora. *Una promessa non molto ben nascosta era presente in quella frase. Insieme allo sguardo di fuoco che le stava rivolgendo si aspettava da un momento all'altro che la donna cadesse in ginocchio, aprendo la cella e chiedendogli di darle piacere.*

Skye GsLords Ita *Sorrise dolcemente davanti a quella sfacciata proposta. Se l'avesse liberato lui l'avrebbe soddisfatta in altro modo. Sì, sicuro. Glielo si leggeva negli occhi, nei muscoli della braccia tese, imitate dal resto del corpo.* Anche se non lavoro non posso liberarti. *lambì un'altra volta il lecca lecca, guardandolo.* Mi dispiace, ma devi rimanere qui. *L'avrebbe sottoposto ad ogni esame possibile. Studiato in ogni angolo e affranto del suo corpo e della mente. E dopo, forse, l'avrebbero ucciso, come soltanto una creatura come lui sarebbe morta, con la testa tagliata. Rimase in silenzio, aspettandosi un crollo da parte dell'uomo, che vedeva svanire tutte le sue speranze di libertà. In fondo le dispiaceva veramente. Solo un po', e solo ora.*

William GsLords Ita ‎*In fondo gli dispiaceva veramente: solo un po' e solo ora. Le sue speranze di andarsene senza provocare vittime in quella prigione erano evaporate come neve al sole dopo l'ultima frase che la donna aveva pronunciato. Poverina, pensò mentre cominciava a sorridere in maniera crudele nella sua direzione.* Allora va bene. *sentenziò mentre le mani si avvicinavano alla sua gola per poterla soffocare e tramortire. La mancanza di ossigeno l'avrebbe fatta cadere a terra priva di sensi, dandogli il tempo di scappare da quel luogo. Bastò un attimo.*

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